Brescia ricapitalizzazione Marco Bonometti. Entro il 7 luglio servono 8 milioni di euro per ricapitalizzare il Brescia calcio. Lo scrive oggi il Giornale di Brescia nel giorno dell’assemblea dei soci (il Cda è composto da Rinaldo Sagramola, Alessandro Triboldi e Aldo Ghirardi) che avrà questo tema all’ordine del giorno.
Dovrebbe essere una seduta flash. Giusto il tempo di rinviare ad una seconda convocazione quando al tavolo dovranno sedersi anche i professionisti che hanno studiato «il problema Brescia Service» e vicini a Marco Bonometti, l’uomo grazie al quale è stato evitato il fallimento della Leonessa.
Pesano i debiti verso l’erario, Iva non pagata risalente alleannate 2011, 2012, 2013 e 2014 quando Brescia Service, all’epoca controllante del Brescia calcio, non saldò il debito con lo Stato. In fase di chiusura della trattativa per il passaggio di mano gli acquirenti erano convinti che la partita Brescia Service mai sarebbe arrivata sul tavolo del Brescia calcio, ma hanno scoperto ben presto – già l’estate scorsa – che non poteva essere così.
A rispondere in solido è infatti la nuova proprietà – nata dopo l’addio alla famiglia Corioni – che ha ereditato i debiti. Anche quelli tributari accumulati da Bresciaservice.
Conti alla mano, la cifra sarebbe attorno ai 10 milioni di euro, contando anche la cartella relativa al 2014 arrivata da poche settimane in via Bazoli. Due già saldati, ne restano 8. In cassa questi soldi non ci sono. Quindi occorre che i soci mettano mano al portafoglio.
E si sa che il Brescia calcio, oltre alla sponsorizzazione da 3 milioni euro l’anno per tre anni di Infront, non ha magnati in grado di provvedere al sostentamento.
Si busserà ancora una voltaalla porta di Marco Bonometti, già uomo della provvidenza. «Il facilitatore» si è sempre definito il presidente degli industriali bresciani al quale ora Triboldi e Sagramola intendono chiedere un ultimo impegno. Se il Brescia calcio riuscirà a superare questo nuovo scoglio poi potrà e dovrà essere autosufficiente, come ha già dichiarato in più interviste il presidente Triboldi.
Ma l’ostacolo da saltare non è dei più semplici. Rateizzazione? Sagramola, che ha in mano l’organizzazione della partita e che non ha nascosto un po’ di preoccupazione, sta anche pensando alla possibilità di rateizzare il debito come fece Lotito quando acquistò la Lazio sommersa dai debiti della gestione Cragnotti. Sarebbe un modo di spostare nel tempo il problema. Meglio però risolverlo subito e poi davvero aprire una fase nuova per i conti societari.
Un’ipotesi al vaglio della proprietà è anche quella di cedere il marchio ad un soggetto terzo (come già fece Corioni, poi venne riacquisito) per incassare il denaro necessario a ricapitalizzare. Successivamente lo stesso marchio sarebbe riacquistato con un impegno economico rateizzato. Il tempo però stringe.