Bilancio 2016 Siviglia fatturato sostenibilità Europa League. Vincendo l’Europa League per la terza volta consecutiva con il Siviglia la Spagna ha superato l’Italia nell’albo d’oro. La Coppa Uefa un tempo era possedimento della Serie A: fra l’89 e il ’99, 8 successi, 14 finaliste, 4 derby conclusivi. Ora, la Spagna ha superato l’Italia nell’albo d’oro, 10 successi a 9. E lo ha fatto con la rapida manita di un club che in patria non domina di certo: il Siviglia dal 2010 non chiude fra le prime quattro, i piazzamenti recenti (5°, 9°, 9°, 5°, 5°, 7° a -32 dalla vetta) avrebbero suggerito, altrove, un clamoroso repulisti.

Ma cosa c’è dietro a questi successi?

Come scrive oggi La Repubblica: dal 2000 il Siviglia ha lo stesso direttore sportivo, l’ex portiere Monchi, ha investito nel vivaio e costruito una rete di 16 osservatori e circa 700 suggeritori: fino a dicembre visionano partite a tappeto e classificano con una lettera gli obiettivi, a metà stagione si concentrano sui migliori. Dal vivaio sono usciti Sergio Ramos, Jesús Navas, Alberto Moreno. Sul mercato sono stati valorizzati Dani Alves, Rakitic, Baptista, Seydou Keita, Bacca, generando plusvalenze per oltre 200 milioni, 75 nelle ultime due stagioni.

Il segreto è tutto lì, da anni i club spagnoli danno stabilità alla loro identità sportiva attraverso organizzazione, figure interne, ricerca, formazione, settori giovanili.

Ora si guarda al Siviglia perchè ha vinto, si scrive dei fatturati e degli utili, tutto giusto, ma l’impressione è che quel la differenza sia quel che gli spagnoli fanno e che gli altri non fanno proprio negli aspetti base del calcio prima ancora che in quelli finanziari.

Emery

Nelle tre Coppe vinte c’è anche una parte di imponderabile fortuna. Quanta? La prima ai rigori contro il Benfica, in una competizione in cui il Siviglia vinse altre 2 volte grazie ai tiri dagli undici metri, poi 3-2 in finale al Dnepr e 3-1 contro il Liverpool con i rigori decisivi in precedenza contro l’Athletic Bilbao: un crescendo di risultati che non pare casuale e che conferma l’egemonia spagnola in Europa affermando un senso sportivo che spesso si è perso sull’altare degli interessi economici che travalicano quelli calcistici.

Il capitano Coke, miglior giocatore della finale, spiega: «Giocare la Champions ha il suo fascino, ma è più importante portare a casa un trofeo». Unai Emery, il tecnico dei miracoli, rivendica che la “retrocessione” dai gruppi della Champions non è uno smacco ma un’opportunità.

L’incredibile ascesa del Siviglia insinua un nuovo complesso d’inferiorità nel nostro calcio. Come scrive da tempo CF – calcioefinanza.it è il ceto medio ad aver scavato un solco, al punto che, se pure non avesse il Real o il Barcellona, la Liga sarebbe comunque in testa al ranking.

Nel 2014 il Siviglia ha chiuso in utile il bilancio (+4,7 milioni, grazie ai 19 incassati dai premi nelle competizioni) e nel 2015 ha visto aumentare il fatturato a 122 milioni, di cui 37,3 derivanti dal calciomercato, con un utile netto di 6,5. Anche il Villarreal con l’Europa League ha chiuso in attivo l’ultimo esercizio per 6,9 milioni.

Prima dell’ascesa, il Siviglia aveva una forza economica inferiore a quella attuale di Lazio e Fiorentina. Eppure, ha trovato nella coppa risorse, identità e un’altra strada per la Champions.

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