San Siro finale Champions, lo stadio Meazza si sta vestendo a festa verso la sfida di sabato sera tra Atletico e Real Madrid.

All’interno dell’impianto, infatti, i lavori per quanto riguarda gli spalti sono praticamente conclusi. All’esterno, invece, sono comparsi in questi giorni striscioni e immagini che fanno riferimento all’ultimo atto della Champions 2015/16, che sabato 28 maggio vedrà protagonisti sul campo di San Siro le due squadre spagnole.

 

Il problema, però, resta il terreno di gioco. Nei giorni scorsi l’Uefa si era espressa pesantemente sulla questione, parlando di “erba non degna di una finale di Champions League”, con seccata risposta da parte di M-I Stadio, la società costituita da Inter e Milan per la gestione dello stadio di San Siro.

Sulla vicenda oggi è invece intervenuto Giovanni Castelli, l’esperto che si sta occupando del terreno del Meazza. «Siamo a 76 punti secondo i test dei giorni scorsi, siamo un prato a quattro stelle – ha dichiarato in un’intervista a La Repubblica -. Ci manca solo un punto per ottenere la qualifica superiore, la valutazione che tiene conto di 14 parametri, per ognuno la Uefa dà un voto».

Il punto debole è la lunghezza delle radici. «Al Meazza – ha proseguito Castelli – purtroppo la copertura del terzo anello lascia filtrare poca luce e aria. E non aiuta il fatto che qui giochino in casa sia Inter che Milan. Non è facile far sviluppare le radici in una pentola come questa. Lo sapevamo da un paio di mesi e abbiamo preso le nostre contromisure. Ma, diciamoci la verità, il prato è già bellissimo così».

Il tempo, però, stringe, tanto che «il cerimoniale ci obbliga a lavorare pure di notte perché di giorno l’Uefa deve fare le prove della cerimonia inaugurale. E non ci aiuta nemmeno il clima micro-estivo di questi giorni. Ma consegneremo di sicuro il terreno di gioco in condizioni perfette per le rifiniture di Atletico e Real in programma venerdì». E nessun problema per la lunghezza dell’erba, poiché «la Uefa ha uno standard inviolabile: 22 millimetri di altezza dei fili. Piuttosto ci saranno però discussioni sul livello di innaffiamento. Chi vuole la manovra più veloce chiede più acqua e viceversa. Se i due club non troveranno un accordo, sarà la Uefa a decidere quale protocollo di pitch watering adottare», ha concluso Castelli.
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