Champions League tutta pay tv nel fine settimana. Ora sono le tv a dettare le loro condizioni. Yves Confalonieri, direttore dei contenuti di Mediaset Premium, ha le idee piuttosto chiare su come dovrà essere la Champions del futuro. L’idea – a cui dedica ampio spazio oggi il quotidiano ItaliaOggi – in realtà che cozza nettamente con quelle dell’Uefa, che nelle scorse settimane aveva bollato come “errore” l’accordo con BT sport per le Coppe tutte in pay tv, e soprattutto con l’attuale format dell’Uefa.

Di certo i club da tempo lavorano per una riforma delle competizioni europee (parlando di Superlega solo per ottenere più posti garantiti in Champions per i big) ed altrettanto certamente la loro voce ha valore quanto quella dei broadcaster – come Mediaset appunto – che finanziano il calcio pagando profumatamente i diritti tv.

«Da un punto di vista editoriale – ha detto Confalonieri -, siamo molto soddisfatti dopo questo primo anno di esclusiva. E Premium Sport, canale nato solo 11 mesi fa, è diventato la prima rete tematica sportiva per ascolti. Non siamo però stati molto fortunati con le squadre italiane: la Lazio è uscita ai preliminari e la Juve agli ottavi. Credo che l’Uefa debba cambiare qualcosa, dovrà garantire di più nazioni come Italia, Spagna, Germania e Inghilterra, con metodi che offrano certezze ai grandi club e più tutele nei turni preliminari. È pazzesco, per dire, che l’anno prossimo restino fuori dalla Champions brand come Milan, Inter, Chelsea o Manchester United. O che, al prossimo preliminare, la Roma rischi di incontrare il Manchester City».

 

Quanto al futuro del calcio e delle aste dei diritti tv (a inizio 2017 ci sarà quella per la Champions 2018-2021), «credo poco alle formule in chiaro di cui si parla in questi giorni. Il calcio ha costi talmente alti che non si può reggere con la sola pubblicità. Una partita ha pochi spazi nei quali inserire gli spot, non è un programma di intrattenimento dove ogni 25 minuti ne fai 4-5 di pubblicità. Una partita di Champions, quando va bene, ti fa incassare 1-1,2 milioni di euro di pubblicità. Ed è chiaro che solo con gli spot non copri i costi. Secondo me la tendenza sarà verso una Champions tutta in pay. Anche la Coppa Italia, trasmessa dalla Rai (pagati 67 milioni di euro per i diritti in chiaro nel triennio 2015-2018, ndr), non ce la fa a coprire i costi. Figuriamoci la Champions. E tra un paio di aste non escludo che si decida di giocare la Champions al sabato e alla domenica, e i campionati nazionali in turni infrasettimanali».

PrecedenteLa finale di Champions vale 1,2 milioni di euro di spot
SuccessivoDiritti tv: via il geoblocking per gli abbonati in vacanza all’estero

1 COMMENTO

  1. “restino fuori dalla Champions brand come…”

    ma se le squadre espressione di quei brand non fanno i punti per accedere o magari non superano il preliminare, che cosa si deve fare? Accesso d’ufficio per meriti storici o per bacino d’utenza? E poi a me piace vedere anche un Bate Borisov che se la gioca contro le blasonate. E poi, lascino qualcosa in chiaro, anche come promozionale per la stessa pay, altrimenti una grande fetta di gente se ne dimentica completamente che si giocano le coppe europee.

Comments are closed.