Sky go premium play estero

Geoblocking abbonati vacanza estero. Il blocco dei contenuti all’estero per gli abbonati ai servizi digitali a pagamento potrebbe presto essere un ricordo. L’unione europea ha votato infatti una intesa sull’accesso dei contenuti online sotto abbonamento, dai film alla musica sino allo sport, quando si viaggia all’estero. Si tratta di un primo passo verso la fine del geoblocking di cui riferisce il sito specializzato digital-news.it.

Non è ancora una vera e propria rivoluzione, ma ci stiamo arrivando. E il mondo del calcio in questo senso potrebbe vedere presto una apertura interessante.

I ministri Ue hanno dato il via libera alla proposta della Commissione senza introdurre, come si era rischiato in un primo momento, un limite numerico di giorni consentiti di utilizzo dei propri abbonamenti fuori dal Paese di residenza abituale, come alcuni Paesi tra cui anche l’Italia avevano inizialmente richiesto.

Il soggiorno all’estero deve però rigorosamente essere temporaneo, e spetterà quindi ai fornitori di contenuti verificare l’effettiva residenza dei loro utenti. Sarà quindi possibile leggere, mentre si è in vacanza in Grecia o un fine settimana per lavoro a Londra, i propri ebook o guardare film e partite di calcio a cui si è abbonati come a casa.

Continuerà invece a non essere permesso acquistare un abbonamento per esempio a Sky Italia, e usufruirne se si risiede in modo permanente all’estero. Ora potranno cominciare i negoziati con l’Europarlamento.

La proposta della Commissione Europea per contrastare il geoblocking, tuttavia, è stata giudicata troppo timida da diversi osservatori.

Il geoblocking è la limitazione dell’accesso ai contenuti online in base alla collocazione geografica dell’utente; tipicamente, contenuti accessibili dall’abbonato in patria, diventano inaccessibili quando lo stesso si trova all’estero. 

PrecedenteMediaset Premium fa la voce grossa: “Coppe nel week end e niente più gare in chiaro”
SuccessivoSportHackTag, boom social: 8,5 milioni di impression
Un bresciano a Manchester. Tra giornalismo economico e football scouting