Inter Suning Fair Play Finanziario – Il possibile ingresso del Suning Commerce Group nel capitale dell’Inter con una quota del 60-70% (anziché del 20% come si pensava inizialmente) autorizza i tifosi nerazzurri a sognare un rilancio in grande stile sia in campo nazionale sia, in prospettiva, sul palcoscenico internazionale.
Il gruppo con sede a Nanjing (Nanchino) è uno dei principali rivenditori di elettronica di consumo della Cina (1.600 punti vendita tra Cina, Hong Kong e Giappone), oltre ad avere una piattaforma di e-commerce decisamente sviluppata (nella top 3 in Cina).

Stando ai dati forniti da Forbes, a fine 2015 il Suning Commerce Group aveva oltre 13mila dipendenti, con un valore complessivo dell’azienda di 16,2 miliardi di dollari e i ricavi delle vendite che nello stesso anno hanno toccato quota 17,6 miliardi. Il suo presidente, Zhang Jindong, è il 28° uomo più ricco di Cina e il 403° al mondo, con patrimonio stimato da Forbes in 4,1 miliardi di dollari.
Insomma, se la trattativa dovesse concretizzarsi, il nuovo azionista di maggioranza cinese avrebbe ampia disponibilità sia per risanare la precaria situazione finanziaria del club nerazzurro sia per mettere in campo le risorse per rafforzare la squadra sul mercato senza ricorrere a quelle modalità di ingaggio di nuovi calciatori che hanno caratterizzato, almeno in parte, la gestione di Erick Thohir (prestiti con obblighi e diritti di riscatto in modo da posticipare nel tempo gli effetti contabili).

Artifici che Thohir è stato di fatto costretto a mettere in campo per cercare di rimanere entro i vincoli imposti nel settlement agreement stipulato con la Uefa per lo sforamento dei parametri del Fair Play Finanziario (perdita massima di 30 milioni nell’esercizio 2015/16 e pareggio di bilancio nel 2016/17).
Questi vincoli, tuttavia, rimarranno in vigore anche in caso il controllo del club dovesse passare dall’indonesiano nelle mani del Suning Commerce Group, che almeno nel breve periodo non potrà effettuare spese folli sul mercato.

Se è infatti vero che le modifiche apportate al regolamento sul Fair Play Finanziario nel maggio del 2015 prevedono che, in caso di «significativo cambiamento della proprietà e/o del controllo» di un club, quest’ultimo ha la possibilità di chiedere alla Uefa di stipulare un «voluntary agreement» con l’obiettivo di arrivare nel giro di 4 anni al pareggio di bilancio, è altrettanto vero che, regolamento alla mano, tale possibilità non è prevista per quelle società come l’Inter che nei tre esercizi precedenti ha stipulato un «settlement agreement» (accordo transattivo) con l’Uefa.
Anche se dovesse cambiare proprietà, dunque, l’Inter avrebbe l’obbligo di rispettare gli accordi raggiunti lo scorso anno con l’Uefa, che come noto limitano la libertà di manovra del club sul mercato. Non per niente Thohir ha indicato la necessità di realizzare almeno 50 milioni di plusvalenze nell’esercizio 2016/17 in cui l’Inter è tenuto a raggiungere il pareggio di bilancio.

Chi invece, sia in caso di cambio di proprietà sia che l’azionista di riferimento continui ad essere la famiglia Berlusconi, potrà chiedere alla Uefa di sottoscrivere un «voluntary agreement» è il Milan.
L’allegato XII al regolamento sul Fair Play Finanziario prevede infatti che possano proporre domanda di accordo volontario per avere più tempo per raggiungere il pareggio di bilancio quelle società cui sia stata «concessa una licenza valida per partecipare alle competizioni Uefa per club dall’organo competente nazionale, ma lo stesso club non si sia qualificato per una competizione Uefa per club nella stagione precedente l’entrata in vigore dell’accordo volontario».
Il Milan, rientrando pienamente in questa casistica, a differenza dell’Inter, è nelle condizioni di ricorrere al «voluntary agreement» proponendo un piano finanziario per arrivare al pareggio di bilancio nell’arco di 4 anni, a condizione che l’azionista di controllo si impegni a ripianare il passivo attraverso mezzi propri (condizione che Fininvest ha sempre rispettato in 30 anni di presidenza Berlusconi).
Non per niente lo scorso marzo la dirigenza del Milan ha avviato i colloqui con l’Uefa per procedere in questa direzione.
Premetto che non mi occupo di economia, ma seguo con interesse il vostro sito per avere un punto di vista diverso sul calcio e, cercare di capire un po’ di più il “dietro le quinte” di una squadra di calcio; mi sono sorte un paio di domande sulla cessione dell’ Inter a questo gruppo cinese:
Avevo letto su questo sito un interessante approfondimento di come thoir abbia ristrutturato il debito dell’inter, fondamentalmente (da quello che ho capito) chiedendo in parte prestiti bancari e in parte prestandosi da solo soldi ad interesse. La mia domanda quindi è potete fare un articolo in cui spiegate quanto e come thoir ci abbia perso\guadagnato in questa transazione? e se thoir abbira realmente migliorato\peggiorato la situazione economica dell’inter?
Grazie mille e buon lavoro