Diritti tv ricorsi Sky Mediaset Antitrust. Sono in arrivo i ricorsi al Tar contro le multe Antitrust che, lo scorso aprile, sanzionarono «la spartizione dei diritti tv» per la Serie A 2015-18 «finalizzata ad alterare il confronto concorrenziale» nella gara avvenuta nel 2014. Ne scrive oggi Il Giornale.
Tutti i soggetti coinvolti (Mediaset, Sky, Infront e Lega Calcio di Serie A) stanno ultimando la documentazione per sottoporre, a giorni, al Tribunale amministrativo del Lazio la richiesta di annullamento del provvedimento con allegata domanda di sospensiva della sanzione. Il termine per la presentazione è il 20 giugno.
Al termine di un anno di istruttoria, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha imposto multe per complessivi 66 milioni di euro: l’ammontare più consistente, 51 milioni, è sulle spalle di Mediaset, 9 milioni sono stati chiesti all’advisor Infront, 4 milioni a Sky e quasi 2 milioni alle squadre di Serie A.
Secondo l’Antitrust è stata realizzata «un’intesa restrittiva» tra le quattro società che ha alterato l’asta per assegnare le licenze delle partite del campionato di Serie A arrivando a definire a tavolino «una soluzione concordata» anzichè stabilirne l’esito sulla base delle offerte.
In particolare, secondo l’Authority Infront (assistita dagli avvocati Angelo Clarizia e da Giorgio Alù) avrebbe suggerito alla Lega Calcio (difesa da Mario Libertini, da Giulio Napolitano e Francesco Anglani dello studio Bonelli) di non aggiudicare l’asta sulla base del confronto delle offerte arrivate ma di procedere a una soluzione negoziale recependo quanto concordato da Mediaset e Sky.

Nel provvedimento dell’Antitrust il gruppo di Cologno Monzese (assistito da Antonio Catricalà e da Stefania Bariatti dello studio Chiomenti) è stato indicato come il soggetto che «maggiormente ha tratto vantaggio dall’intesa» e che «sin dall’apertura delle buste ha condiviso la soluzione di aggiudicazione di carattere spartitorio».
Infine a Sky (assistita da Marco D’Ostuni di Cleary Gottlieb) è stato riconosciuto «un ruolo marginale e sostanzialmente difensivo» nell’accordo e un «comportamento più collaborativo» rispetto a quello degli altri soggetti. Con il ricorso e la richiesta di sospensiva, le società sanzionate puntano a una pronuncia nel merito del Tar entro fine anno.