Indice SICS pubblicato dalla Gazzetta dello sport. L’accordo tra La Gazzetta dello Sport e SICS per la pubblicazione dell’indice IPO – Indice di pericolosità offensiva, che accompagnerà i tabellini di gara degli Europei di calcio 2016 in Francia rappresenta un ulteriore passo avanti nell’utilizzo della statistica applicata al calcio e nella sua diffusione.
La statistica – da sempre – analizza i fenomeni quantitativi e qualitativi in condizioni di incertezza, attraverso metodi scientifici. Ha allora trovato terreno fertile nello sport, ove i risultati delle gare sono affatto scontati.
L’evoluzione del connubio statistica – sport è stata ondivaga, dalle prime applicazioni di Pollack in NBA, ai modelli di impresa come il Midtjylland.
Nel calcio contemporaneo si parla soprattutto di indici, ovvero misure che sintetizzano diverse variabili di gioco per produrre un unico numero finale; ma l’idea di voler spiegare tutto con un solo numero è intrinsecamente sbagliata.
Il calcio in questo senso è oggetto di innumerevoli eventi non deterministici; basti pensare che spesso il punteggio finale possa dirsi bugiardo: “il risultato è casuale, la prestazione no” diceva Zdenek Zeman. E’ opportuno allora indagare su cosa sia l’IPO, i suoi limiti e i suoi meriti.
L’IPO combina i valori associati alle diverse situazioni offensive, assegnando loro un peso specifico in base all’importanza, con l’obiettivo di valutare quanto una squadra riesca a rendersi pericolosa.
Sono considerati quegli eventi che accadono negli ultimi 25 metri di campo, tra cui il tiro da fuori area, il tiro da distanza ravvicinata e le situazioni da palla inattiva.
La chiave di lettura è la seguente: consideriamo due partite con lo stesso risultato (ad esempio 1-0), la squadra che possiede un IPO migliore sarà destinata a prevalere nel corso del campionato.
Come riporta la rosea, infatti, durante l’ultima stagione calcistica, a fine Settembre l’Inter capolista aveva un IPO basso, in ragione di numerosi 1-0 con un elevato tasso di conversione dei tiri in reti; viceversa, a fine Ottobre la Juventus era undicesima in classifica ma possedeva la misura IPO più elevata, preludio di un’ascesa imminente.
Naturalmente, come già affermato, ciò non vuol dire che l’IPO sia una formula magica, ma asserisce che una selezione sapiente delle variabili può permettere di carpire quelle situazioni che sfuggono al tabellino finale.
Tra i limiti di questo indice, sussiste la sua natura intrinseca: esso è una semplice somma, ove inoltre i pesi sono affidati al giudizio soggettivo dell’ideatore e risultano poi non ancora ben classificati. Ciò nonostante, si deve affermare la bontà di tali iniziative, le quali possono essere il preludio per un’espansione dell’approccio scientifico nello sport, come già accaduto nel basket e nel baseball statunitensi.
E’ necessario, infatti, investire sull’aspetto analitico e predittivo della statistica per indagare i motivi alla base degli eventi e predire cosa potrà accadere in futuro. Le applicazioni devono andare oltre gli indici, comunque util, ed entrare nel cuore della statistica, attraverso data mining e data analysis.
In conclusione, poter disquisire di calcio con delle basi differenti dal solo sensismo dei critici, per il beneficio dello stesso dibattito giornalistico è assolutamente fondamentale. In tal senso gli strumenti a disposizione andranno sempre più evolvendosi nel futuro.
Ha collaborato Fabio Fin, laureando in Scienze Statistiche all’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’.
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