Infront Italy

Sistema Infront come funziona. Non solo l’Antitrust (che già ha emesso le sue sentenze e le multe a carico di Mediaset, Infront, Lega Calcio e Sky) ma anche la Procura di Milano sta indagando sul Sistema Infront. A fare il punto della situazione è oggi Il Fatto Quotidiano.

Il 16 marzo la Procura di Milano ha ottenuto dal giudice Giuseppe Gennari un’ultima proroga d’indagine che scadrà a novembre. I reati ipotizzati sono turbativa d’asta e ostacolo alla vigilanza, reato per cui sono indagati anche i presidenti di Lazio e Genoa Claudio Lotito ed Enrico Preziosi.

La Gdf è arrivata negli uffici della Deruta 20 srl (vicina a Infront) per sequestrare materiale legato a decine di società di calcio. Il motivo: collegamenti tra Deruta e la Tax & Finance sa. E da giorni sul tavolo dei magistrati milanesi è arrivata la voluntary disclosure di Marco Bogarelli. Centinaia di pagine che potrebbero aprire un nuovo capitolo dell’inchiesta.

 

Spartizioni, bandi di gara ad hoc dettati al telefono, lobbyng. Questo il canovaccio dell’assegnazione dei diritti televisivi del calcio di Serie A 2015-2018 sul tavolo dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, che ha prodotto multe salate, soprattutto per il gruppo Berlusconi. Ora questa sanzione (51 milioni di euro) viene spiegata in 50 pagine d’istruttoria scritte dall’a uth or ity : la frenetica attività a ridosso dell’apertura delle buste (giugno 2014) si affianca a un’inchiesta della Procura di Milano.

Il punto di partenza è quello che i magistrati definiscono “sistema Infront”. Per comprenderlo bisogna partire dal “Boga”: Marco Bogarelli, già uomo Fininvest, gestisce il marketing per molte squadre di A e funge da advisor con la Lega per la vendita dei diritti. Scrive la Guardia di finanza.

“Infront, atteso il suo ruolo in seno alla Lega, dovrebbe agire garantendo ai partecipanti equità, trasparenza e non discriminazione: garanzia che invece non è ravvisabile”. Di più: “Le leghe di A e B sembrerebbero assoggettate alla volontà del loro advisor”.

 

Nel giugno 2014 va in porto l’assegnazione complessiva dei diritti per la A. In questo periodo le intercettazioni non sono iniziate. Le perquisizioni sì, i documenti finiscono al Garante. Nell’aprile del 2015, invece, sul tavolo c’è l’assegnazione del cosiddetto pacchetto C (interviste a bordo campo) e i diritti della Serie B. Questo secondo tempo del film viene fissato dalle intercettazioni. I pm arrivano a Bogarelli indagando su una società svizzera, la Tax & Finance Sa. Secondo l’accusa costruisce reti finanziare per portare soldi all’estero.

In agenda ha 300 clienti italiani. Tra loro anche Infront di Bogarelli. Per gli investigatori dietro alla gestione di Infront esistono “ingerenze, collusioni e condotte non affatto imparziali sia con riferimento alla sfera di finanziamenti in favore di squadre di calcio affiliate alle varie leghe sia all’assegnazione dei diritti televisivi”. Sul pacchetto C “risultano evidenti gli accordi collusivi tra il presidente del cda di Infront Bogarelli ed esponenti Rti Spa (Mediaset)”.

In questo senso Bogarelli “ha adottato una condotta del tutto parziale a favore di Rti intervenendo anche sull’avvocato della Lega professionisti Bruno Ghirardi”. I lavori partono nell’aprile del 2015, quando Rti inizia a preparare la sua offerta che si rivelerà nulla perché “condizionata” a una sub-licenza. Per farla passare Bogarelli si attiva anche su Adriano Galliani, allora presidente di Lega.

 

“Ha parlato con Adriano – spiega un dirigente Infront –e gli ha detto che bisogna fare pressione anche sulle altre squadre che abbiamo noi come diritto di marketing”. La Lega, però, quell’offerta non può accettarla. Ghirardi: “Io così sto modificando un’offerta”. Il suo interlocutore, un dirigente Infront: “Ci mettono tutti in galera”. Bogarelli però vuole proseguire “proponendo alla Lega una soluzione che Ghirardi stesso ritiene sia nata dall’ufficio legale di Rti”. L’8 maggio “il Boga è ancora al telefono con Galliani il quale conferma: “Il C lo assegnamo e buonanotte”. Subito dopo Bogarelli al telefono con un suo dirigente rassicura di “aver parlato con Adriano” e che “la pelle la portiamo a casa”. Quattordici giorni dopo il pacchetto C sarà affidato a Mediaset.

Sul pacchetto Serie B l’interlocutore del “Boga” è il presidente di Lega Andrea Abodi. Per capire il rapporto tra Infront e Rti, ecco un’intercettazione esemplare: “Meno male – l’interlocutore rivolto a Bogarelli – che quando devo sapere qualcosa di Mediaset devo chiamare te”. Bogarelli così tira la volata a casa Berlusconi.

 

Nell’aprile del 2015 chiama Abodi e gli prospetta il contenuto del bando che prevede la messa in onda in chiaro di alcune partite di anticipo e posticipo su una rete nazionale che raggiunga il 3% di ascolti. Due giorni dopo, il bando compare sul portale online della Lega di B. La clausola del 3% sarà poi tolta dopo il ripensamento di Abodi e i timori dello stesso management Infront. “Così – dice il legale – ti aprono un’istruttoria per pratica scorretta e non competitiva”.

Il modo di agire riassunto nelle informative della Gdf ritorna a giugno del 2014, epoca in cui furono assegnati i diritti della A, attraverso i pacchetti A, B, C e D. Procedura sanzionata dal Garante con una multa pesante a Mediaset e più piccola a Sky. I documenti interni sequestrati sono risultati decisivi per dimostrare, scrive il Garante, “l’esistenza di un’intesa avente come oggetto l’alterazione del gioco competitivo di assegnazione dei diritti televisivi”, “una trattativa tra Sky e Rti/Mediaset antecedente all’assegnazione finale del 26 giugno 2014 con il coinvolgimento di Lega e Infront”.

I documenti citati nell’istruttoria dimostrano così che nella primavera del 2014, ancora prima che le buste delle offerte venissero aperte, l’attività è febbrile. Nelle email interne si simulano bandi ad hoc che possano andare bene a tutti. Il 7 giugno 2014 un’email interna a Rti: “Oggi sentita la proposta di Bogarelli (…) ma la vedo difficile (…) se vuoi ci mettiamo a trovare qualche soluzione per D”.

L’obiettivo è soddisfare le ipotesi di “Ps (Pier Silvio Berlusconi, ndr) che vorrebbe vedere assegnato lo scenario A+D”. Su questo, ragiona il Garante, Mediaset “esercita pressione su Lega e Infront”, attraverso un’attività di lobbying e di pubblicazione di articoli stampa. “Pier Silvio – si legge in un’altra email – vuole un pezzo domani che dica: ha vinto Mediaset. Lo devo dare anche a Brachino che fa lobbying pure lui”.

 

UPDATE: in un comunicato ufficiale Infront ha precisato quanto segue.

Con riferimento all’articolo pubblicato in data odierna da Il Fatto Quotidiano ‘Infront-Mediaset, i negoziati segreti per conquistare il calcio’, Infront Sports & Media ritiene imprescindibile precisare che l’articolo è afflitto da gravi errori di fatto, tali da distorcere la ricostruzione degli accadimenti, rendendola diffamatoria.

L’articolo viene curiosamente pubblicato a pochi giorni dall’udienza per la sospensiva al TAR e senza che ci sia alcuno spunto di cronaca per ripercorrere alcuni passaggi delle assegnazioni. E’ evidente che l’articolo sia stato costruito con il mero intento di diffamare e creare attorno all’Advisor un clima di sospetto e sfiducia.

In particolare, Infront ricorda come la vicenda relativa all’assegnazione del Pacchetto C sia stata largamente chiarita, così come quella relativa al Bando della Lega Serie B in precedenti comunicazioni (allegati gli statement pubblicati il 31.01.2016 e il 2.02.2016).

Infront ha già dato mandato ai propri legali per far valere i propri diritti presso le sedi più opportune.

PrecedenteLa nazionale che vince spinge i ricavi di Rai Pubblicità
SuccessivoPreziosi, cessione Genoa in stand by: “I problemi economici rimangono”