La Juventus ha da qualche tempo un nuovo socio di peso nel suo azionariato dietro alla Exor della famiglia Elkann/Agnelli (che controlla il club bianconero con il 60%). Nelle scorse settimane, come è emerso dalle comunicazioni Consob sulle partecipazioni rilevanti, la società di investimento inglese Lindsell Train ha raddoppiato la propria presenza nel capitale della Juventus, portandosi al 10,01% rispetto al 5,02% dello scorso ottobre.
Un investimento che non solo ha mandato il fondo britannico in doppia cifra ma che lo ha anche reso l’unico soggetto ad avere una partecipazione rilevante nel club oltre ad Exor (la soglia è fissata nel 3%).
Ma chi è Lindsell Train e soprattutto qual è il motivo dell’investimento nel club bianconero? Una domanda, quest’ultima, che molti si sono posti negli ultimi giorni e alla quale il settimanale Milano Finanza ha provato a dare una risposta.
Il primo quesito, fa notare Milano Finanza, è abbastanza semplice. Lindsell Train è una società di investimento mobiliare fondata nel 2000 dai broker Michael Lindsell e Nick Train che dopo aver lavorato insieme nelle maggiori istituzioni finanziarie della City si sono messi in proprio.
La società (specializzata soprattutto nella gestione di mandati di investimento per conto di clienti istituzionali) è al 72,5% ancora nelle mani dei due fondatori ed è indubbiamente andata molto bene negli anni se i suoi fondi di investimento (Lindsell si concentra di più sul global equity mentre Train sul mercato britannico) hanno ottenuto molti riconoscimenti nella capitale britannica.
Il secondo quesito, ovvero perché il fondo ha raddoppiato il suo investimento nella Juventus, è invece un più complesso. Nella presentazione ufficiale, Lindsell Train si descrive come una società che investe in maniera selettiva e nel lungo periodo. Non solo, ma ha tra i suoi criteri di investimento le società che generano cassa in maniera consistente e che hanno un punto di forza nella distribuzione dei dividendi.
Il problema però è che queste non sono condizioni che il titolo Juventus soddisfa pienamente nonostante l’ottima gestione sportiva che ha portato cinque scudetti in un lustro. Non c’è dubbio, infatti, che la società bianconera ha messo in atto un ottimo percorso di risanamento in questi anni passando dalla perdita di oltre 95 milioni della stagione 2010/11 all’utile di 2,3 milioni di quella 2014/15. Ma resta il fatto che quattro bilanci su cinque si sono chiusi in rosso e soprattutto che per quello terminato al 30 giugno 2016 (che sarà approvato a settembre) è previsto il ritorno al rosso per stessa ammissione del club bianconero.
Non solo, ma la Juventus non distribuisce dividendi normalmente e non da ultimo il titolo è rimasto pressoché stabile negli ultimi 12 mesi eliminando qualsiasi possibilità di trading da parte degli investitori.
In questo quadro risulta dunque complicato comprendere la ratio dietro all’investimento nella Juventus. Interpellata da Milano Finanza sull’operazione, Lindsell Train ha preferito non far pervenire una risposta. Anche se non più tardi di un mese fa Nick Train aveva spiegato di credere nel comparto calcio. «Le società sportive creano qualcosa di insostituibile per il quale oggi le persone sono disposte a spendere», aveva spiegato il broker.<
Qualche spiegazione in più sul perché Lindsell Train ha investito nella Juve emerge da un documento ufficiale della stessa società di gestione, datato 30 settembre 2015. Nel documento, che di seguito riportiamo integralmente, James Bullock, uno dei gestori del fondo, dopo aver sottolineato come i risultati di bilancio della Juventus siano ancora fortemente legati alla performance sportiva della squadra, e che dunque una stagione no potrebbe impattare negativamente sui conti, mette in evidenza il fatto che il club bianconero viene trattato dalla borsa a sconto rispetto ai multipli delle ultime operazioni di M&A nel settore calcistico in Europa.
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Ecco perché la recente cessione dell’Inter al Suning (qui la valutazione dell’Inter) e il possibile passaggio del Milan alla cordata cinese guidata da Sal Galatioto potrebbero ingenerare un re-rating della valutazione della Juve da parte della borsa.
Il lungo periodo dirà se l’investimento è stato produttivo. Anche se qualche gossip di settore suggerisce che una spiegazione può essere trovata allargando l’orizzonte in cui la Juventus è immersa. La specializzazione di Lindsell Train, d’altronde, è quella della gestione di mandati di investimento per conto di clienti istituzionali. Proprio come realtà legate agli Agnelli e al loro impero industriale sempre più proiettato su una sfera internazionale.