calcio cina vivaio – La rivoluzione del calcio cinese passa anche per la cantera e i club incominciano a organizzarsi per far crescere i propri campioni in casa, senza dover essere costretti a pagare fior di yuan talenti stranieri. Il Tianjin Quanjian FC, squadra della ‘B’ cinese allenata da Fabio Cannavaro, ha stretto un accordo con il Tianjin Hedong Sports Bureau per la realizzazione di un centro sportivo riservato alle giovani leve calcistiche. Quartier generale sarà l’Hedong Sports Centre e a dare una mano nella fase di start-up del vivaio saranno alcune scuole calcio spagnole. Lo riportano media cinesi.
L’idea è far crescere calcisticamente gli adolescenti e il progetto, ha spiegato Shu Yuhui, presidente del Quanjian Group, non nasce per garantire risorse economiche al club, “l’obiettivo fondamentale è portare più persone possibili ad amare il calcio e far conoscere loro la gioia che il pallone può dare loro”. Secondo Shu, del resto, la bellezza del calcio non la si può conoscere solo “portando top-player internazionali” in Cina: “Penso – ha detto – che il giusto approccio per lo sviluppo del calcio nel nostro Paese sia sviluppare la qualità dei giocatori locali grazie a un buon allenamento in giovane età”.
La volontà di sviluppare un vivaio in grado far sbocciare giovani talenti è, del resto, uno dei punti-chiave dell’intero progetto sportivo del governo cinese. Il presidente Xi Jinping ha promosso nei mesi scorsi un progetto per far diventare la Cina una superpotenza mondiale anche nel calcio, con l’ambizioso obiettivo di vincere una Coppa del mondo nel 2030. Per farlo il governo punta proprio alla creazione di una generazione di fenomeni che possa far aumentare sempre di più l’amore verso il pallone.
Scegliere di puntare sui ragazzi più giovani non è, ovviamente, una scelta sbagliata né unica: in Europa sono diverse le società che hanno fatto della valorizzazione del proprio vivaio una bandiera, anche se l’Italia è indietro: secondo una classifica del Cies, osservatorio indipendente sul football, nessuna cantera italiana è tra le top 20 d’Europa. Chissà se tra qualche anno i club italiani rischiano di essere superati anche da quelli cinesi. Perché lì, intanto, si lavora.