Chi non ha i ‘piedi buoni’, ma ha sempre sognato di giocare per un top-club europeo può continuare a coltivare le proprie ambizioni: diverse società di calcio stanno ingaggiando i migliori giocatori al mondo di videogame per rappresentare i propri colori nelle competizioni più importanti di categoria. Il Manchester City ha messo sotto contratto il diciottenne Kieran Brown, il West Ham ha fatto firmare uno dei suoi rivali, l’inglese Sean Allen. Lo Schalke 04, addirittura, si è assicurata le prestazioni di un intero team molto bravo a giocare in squadra a League of Legends.

Un articolo pubblicato dall’Economist ripercorre le tappe che hanno portato alcuni club europei ad esplorare il mondo del game virtuale. L’obiettivo, servisse dirlo, è aumentare le revenue: provare a raggranellare quelle risorse in più che potranno poi essere spese per il core business della società, cioè quel fantastico game reale chiamato calcio.

Come si evince dagli esempi, le strade percorse sono due: singoli player disposti a rappresentare un club in un torneo di videogame o vere e proprie squadre impegnate a gareggiare – con tanto di profili social attivi – a League of Legends o Defence of the Ancients 2, ad esempio. Il tutto perché, come ha evidenziato Newzoo, una società che fa ricerche di mercato, il valore dell’esport, solo tra pubblicità, merchandising e media revenue, arriverà a toccare i 465 milioni di dollari nel 2017 (417 in euro): più del doppio di quanto generasse nel 2014. Un tasso di crescita invidiabile per tutti i club del mondo con un giro d’affari complessivo che, secondo altre fonti, dovrebbero arrivare al miliardo già nel 2016.

Il City ha scelto Brown: quando il 18enne parteciperà a gare come il FIFA Interactive World Cup (FIWC) vestirà i colori dei citizens e giocherà muovendo sul campo virtuale i calciatori di Pep Guardiola. Ma non solo, sottolinea l’Economist: “Sarà allo stadio quando il City giocherà in casa e sfiderà i tifosi” con joystick in mano. “Diventerà un utile strumento promozionale”, sentenzia il settimanale britannico. Il West Ham, invece, ha scelto Allen dopo averlo visto all’opera nella finale 2016 del FIWC: ottenuto il suo numero di maglia, il ‘giocatore’ vestirà i colori del club quando sarà davanti a uno schermo.

Scelta diversa quello dello Schalke 04 che ha proprio deciso di acquistare un team di League Of Legends. Secondo il settimanale londinese, del resto, questo rientrerebbe perfettamente nella tradizione dei club tedeschi che sono società polisportive, con squadre che portano lo stesso nome ma praticano sport diversi. E così lo Schalke, piuttosto che puntare tutto sugli sport più tradizionali, ha semplicemente deciso di esplorare una nuova strada. Virtuale, ma con incassi reali. Per il futuro, conclude l’Economist, “una presenza costante nel mondo dell’esports sembra essere inevitabile“. 

PrecedenteTrasformare la Lega Calcio in una Spa? Se ne discute, il modello è (come sempre) la Premier League
SuccessivoRoberto Mancini se la prende con il Fair Play Finanziario: “Paletti ridicoli”