siae spettacolo calcio – Il calcio traina lo spettacolo italiano, grazie ai suoi 1,9 miliardi di euro di volume d’affari su un totale complessivo di 6,3. Se non bastassero le suggestioni quotidiane per valutare la forza economica del pallone, a certificare il suo dominio nell’intero panorama degli show italiani sono i dati pubblicati oggi dalla Siae nell’Annuario dello spettacolo 2015. Il football nel suo complesso ha registrato una crescita del volume d’affari del 16,66% rispetto all’anno precedente, un aumento superiore a quello complessivo dello sport che si ferma a +14,16%: è il settore economico che genera più valore in tutto il mondo dello spettacolo italiano e fa meglio (molto) di cinema, teatro e concertistica.
È lo sport ad essere al top tra i macrosettori grazie ai suoi affari per 2,5 miliardi di euro, con il calcio che incide per il 79,15%. Secondo l’Ente che tutela il diritto d’autore in Italia, con i numeri attuali (che potrebbero non considerare alcuni contratti siglati, ma non considerati) “l’attività sportiva registra il 39,50% dell’intero volume d’affari del settore economico dello spettacolo”. Per lo sport sono in aumento cinque indicatori su sei: l’offerta di spettacoli (+1,21%), il numero degli ingressi (+0,38%), la spesa al botteghino (+6,36%), la spesa del pubblico (+23,93%) e il volume d’affari (+14,16%). In diminuzione rispetto al 2014 il solo indicatore delle presenze (–33,79%).
Il totale della spesa del pubblico per le attività sportive (+23%) registra una crescita più che doppia rispetto al 10,80% di tutto il mondo dello spettacolo. A sostenere questo boom è proprio il pallone che segna un aumento-record del 33,33%. Se la spesa del pubblico per tutta l’attività sportiva si attesta a 912 milioni di euro, 703,9 milioni sono investiti dagli italiani per il calcio – le regioni ai vertici per spesa sono tre delle quattro che possono contare su due squadre in Serie A, Piemonte (222 milioni), Lazio (112) e Lombardia (87,9).
La differenza tra la spesa dei cittadini e il volume d’affari complessivo del settore indica il valore generato dagli altri ricavi, come le sponsorizzazioni, la concessione di diritti televisivi e la pubblicità. I calcoli sul calcio sono presto fatti: 1,9 miliardi meno 703,9 milioni fa 1,279 miliardi di euro incassati dal mondo del pallone non direttamente dall’affezionato pubblico. “È di gran lunga l’importo differenziale più elevato registrato nell’intero comparto dello spettacolo”, sentenzia la Siae, e “tali voci valgono il 64,51% degli introiti del settore calcio”.
Allargando lo sguardo a tutto il mondo dello spettacolo, nel 2015 è aumentata l’offerta di spettacoli (+2,86%); gli ingressi (biglietti e abbonamenti) sono cresciuti del 4,89%; le presenze hanno fatto registrare un +1,96%. In aumento anche gli indicatori economici complessivi: la spesa al botteghino cresce dell’8,63%, la spesa del pubblico segna +10,80% e il volume d’affari totalizza +10,20%. Il totale del fatturato si attesta a oltre 6,3 miliardi di euro e se il calcio genera risorse per 1,9 miliardi, gli altri possono solo inseguire: 1 miliardo per ballo e concerti, 772 milioni per il cinema, 597 milioni per il teatro. Tirate le somme, per la Siae “il 2015 ha segnato un momento importante per lo spettacolo in Italia. La crisi economica che ha investito il nostro Paese negli ultimi anni ha sicuramente allentato la morsa e i segnali di ripresa del settore sono sistematici e consistenti“.