I problemi in Lega Pro non sembrano finire. Avevamo già parlato del problema delle penalizzazioni durante la stagione in corso. Ma non è finita, perché la vera piaga nell’ex Serie C restano i fallimenti e le non iscrizioni.

Rispetto alla scorsa stagione, ad esempio, nel 2016/17 mancheranno sicuramente 5 squadre in Lega Pro: Bellinzago, Martina Franca, Pavia, Rimini e Virtus Lanciano. E una sesta, la Paganese, dopo aver ricevuto il no dalla Figc è alle prese con l’ennesimo ricorso. Potrebbero quindi essere 6 le società che, pur avendone merito, non si presenteranno al via del prossimo campionato.

lega pro fallimenti iscrizioniDal 2011/12 ad oggi, sono quindi 34 in totale le squadre che, tra fallimenti e non iscrizioni, sono “saltate” in Lega Pro. Quasi una su 10, considerando che il totale, ad oggi, delle squadre ammesse alla ex Serie C è 377. Una situazione di palese crisi, alla quale si affianca il già citato problema delle penalizzazioni durante la stagione, che negli ultimi 5 anni ha colpito 72 club per un totale di 244 punti di penalità complessivi.

Il numero totale delle squadre, comunque, crescerà, perché l’obiettivo è quello di avere 60 società nel campionato 2016/17. Serviranno quindi almeno 11 tra ripescaggi e promozioni “automatiche”, in attesa di capire quale sarà il futuro della Paganese, per raggiungere la fatidica cifra. Che era anche l’obiettivo iniziale della riforma che ha portato all’eliminazione di prima e seconda divisione, tre gironi da 20 squadre ciascuno: salvo poi dover scendere a 54 nella scorsa stagioni, a causa di fallimenti e problemi vari.

E raggiungere le 60 squadre non sarà facile nemmeno per il 2016/17. «Se si arriverà al format di 60 squadre non lo so, ma sono convinto di sì. Poi c’interrogheremo sulla sua validità o, quantomeno, sulla sua sostenibilità – ha dichiarato negli scorsi giorni il presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina, parlando con l’Ansa – Sembra che l’idea del format a 60 squadre sia una mia battaglia personale, invece esiste ed è nelle regole e nelle norme federali: con la mia presidenza ho voluto che quella norma venisse pure rispettata».

Non è quindi un caso, probabilmente, che lo stesso Gravina abbia più volte aperto alla possibilità di portare nella terza divisione le squadre B dei club di Serie A. Un modo anche per fare conto tondo, senza per questo dover ricorrere a ripescaggi e quant’altro. Anche se non sembra la soluzione ideale per ridurre il rischio di nuovi fallimenti e scomparse di club storici.

 

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Classe 1990, giornalista.