Polemica intorno al numero 9 al Manchester United. Tutto ruota intorno al cambio di proprietà del numero dei bomber, passato in estate dalla schiena di Anthony Martial a quelle di Zlatan Ibrahimovic.
Una scelta resa ufficiale dallo stesso Ibra con un post su Instagram (“I chose the number 9”, “Ho scelto il numero 9”): al Psg lo svedese indossava il 10, allo United di proprietà di capitan Rooney, così la scelta è ricaduta sul 9, “strappato” dalle spalle di Martial.
E la reazione piccata del giocatore non è tardata ad arrivare. Martial infatti, a quanto pare nemmeno avvisato dalla società, ha smesso di seguire su Instagram e su Twitter l’account ufficiale del Manchester United. E non solo: sul proprio profilo ha scelto come foto copertina un’immagine in cui indossa proprio la maglia numero 9 dei Red Devils.
Ma non è un problema solamente di prestigio. Anche perché, in fondo, Martial si dovrà “accontentare” del numero 11, recentemente indossato da un certo Ryan Giggs. Il problema è anche di natura economica.
Il giocatore francese classe ’95 ha infatti recentemente lanciato un proprio brand utilizzando il numero di maglia, in stile R9 (quello di Ronaldo) o CR7 (di Cristiano Ronaldo, che lo ha sfruttato anche nell’apertura del suo nuovo hotel a Madeira).
Così è nato il marchio AM9, appunto da Anthony Martial 9. Brand che campeggia in bella vista sul suo sito ufficiale, ad esempio, ma anche nell’immagine profilo dell’account twitter.
Un problema di natura economica, quindi. Visto che, lo scorso settembre, Martial ha creato anche la AM9 SPORTS LIMITED, azienda (con sede a Londra e con il giocatore unico direttore) di cui non si conosce ancora l’attività, ma che probabilmente servirà a gestire anche l’immagine del giocatore, oltre ai ricavi extracalcistici (un po’ come farà Wanda Nara con il marito Mauro Icardi, tramite la World Marketing Football). Insomma, lo “scippo” del numero 9 potrebbe costare caro a Martial, anche fuori dal campo.