Il campionato più ricco del mondo scatta sabato con l’anticipo tra i campioni in carica del Leicester City e l’Hull City nel tradizionale anticipo dell’ora di pranzo, alle 13.30 italiane, 12.30 UK.
Molti sono i temi economico sportivi che terranno banco in questa stagione, oltre naturalmente a quelli tecnico – tattici in un campionato mai competitivo come ora in cui l’unica certezza è che delle 6 squadre che puntano alla zona Champions League (Manchester City, Manchester United, Chelsea, Arsenal, Liverpool e Tottenham) almeno due resteranno sicuramente deluse, con altre possibili outsiders in grado di inserirsi.
Ecco allora i 7 aspetti salienti che caratterizzeranno la prossima stagione. Tutti aspetti che CF – calcioefinanza.it ha già approfondito in queste settimane e che la prossima Premier League sommerà in un condensato di spettacolo e grandi interessi in gioco.
1. DIRITTI TV. Sarà questo il primo campionato in cui entrerà in vigore l’accordo triennale televisivo che garantirà circa 150 milioni di euro anche all’ultima classificata. Un accordo che ha generato un incremento del 70% del valore rispetto al precedente, nonostante vengano trasmesse in diretta solo il 44% delle partite ufficiali. Qui nel dettaglio tutti i termini dell’intesa EPL – SKY – BT Sport – BBC.
2. FRIDAY NIGHT. Sarà la grande novità del campionato. Già sperimentata un anno fa con l’anticipo agostano tra Manchester United e Aston Villa, questa volta 14 partite verranno trasmesse da Sky il venerdì sera. Primo appuntamento venerdì prossimo per Manchester Uniter – Southampton.
3. POGBA. Anche se la Premier League ci ha abituato ai grandi colpi la presenza del giocatore più pagato di sempre nel campionato inglese è qualcosa che non si verificava da 20 anni. Nelle ultime stagioni nonostante le grandi spese dei club inglesi i più pagati finivano sempre in Spagna, prima di allora in Italia, l’ultima volta dell’Inghilterra fu con Alan Shearer nel 1996. Su Paul Pogba andranno tutte le pressioni del caso e le attese per un Manchester United che torna ad essere favorito d’obbligo nonostante l’incertezza del campionato. Di seguito gli ultimi 10 record di mercato stabiliti dai club europei.
4. EFFETTO MANCHESTER. Già prima del passaggio di John Stones al Manchester City il mercato era ampiamente dominato dalle due società mancuniane. City e United hanno dominato la scena e sono pronte (con oltre il 60% degli investimenti netti dell’intera lega sommati dai due club) a tornare ai fasti degli ultimi grandi duelli Mancini – Ferguson che nell’ultima stagione erano stati ridotti ad una malinconica lotta per il quarto posto, ultimo buono per i preliminari di Champions League.
5. PEP E MOU. Sono i due allenatori più pagati al mondo e in Spagna hanno già dato spazio ad uno scintillante duello. Ora, in più, si tratterà di un derby. Mou guadagna 24 milioni all’anno e Pep ha aggiornato il proprio ingaggio a 20 salendo dai 16,5 del Bayern Monaco.
6. MANAGER ITALIANI. Claudio Ranieri, Walter Mazzarri, Francesco Guidolin e, forse sopra tutti per blasone ed attese, Antonio Conte. Mai così tanti tecnici italiani in Premier League in attesa delle scelte dell’Hull City (in lizza anche Gianfranco Zola) e con Walter Zenga impegnato in Championship con il Wolverhampton. Se il calcio italiano soffre i nostri tecnici scoppiano di salute, un ruolo meritato sul campo: con la vittoria di Ranieri sono saliti a 3 i tecnici italiani vincitori della Premier (dopo Carlo Ancelotti e Roberto Mancini).
Nel dettaglio: 13 titoli: Alex Ferguson (Scozia); 3 titoli: Arsene Wenger (Francia), Josè Mourinho (Portogallo); 1 titolo: Kenny Dalglish (Scozia), Manuel Pellegrini (Cile), Carlo Ancelotti, Roberto Mancini e Claudio Ranieri (Italia).
7. MONEY LEAGUE. L’effetto diritti tv ha amplificato il potere economico dei club inglesi sul calcio europeo. Lo scorso anno furono ben 5 le società inglesi nelle prime 10 posizioni mentre altre 3 si piazzarono entro il 20esimo posto e 8 da 21 al 30.
In totale fra i 30 club europei più ricchi ne troviamo 16 inglesi (ora Aston Villa e Newcastle sono retrocessi ma verranno presto rimpiazzati). Un primato destinato a crescere con l’arrivo dei soldi del contratto televisivo ed a cui solo i big europei potranno resistere.