Ricomincia la serie A con il suo carico di passione e la sua zavorra di problemi, con temi economici che si ripropongono di anno in anno e nuove materie di confronto per tifosi e analisti.
DIRITTI TV. Sono la voce principale dei bilanci delle società di Serie A visto che pesano per il 54% del totale fatturato. Questo sarà il secondo anno di applicazione dell’accordo scaturito dall’ultima asta (che è costata anche pesanti multe a Mediaset Premium, Lega Serie A, Infront e Sky). Pare imminente una revisione completa del sistema, sia dal punto di vista legilativo che per quanto riguarda i pacchetti di vendita, anche se al momento è difficile ipotizzare aumenti importanti (come quello del +70% che ha interessato la Premier League).
Di seguito la tabella con i ricavi dei diritti tv relativi alla scorsa stagione. Nel primo grafico la parte legata ai risultati sportivi:
Nel secondo ecco invece il riparto dello scorso anno legato alle altre variabili considerate:
STADI. Da anni sono il grande tema politico-economico dell’intero calcio italiano, non solo in Serie A. Non ci saranno novità rilevanti se non per il fatto che il Friuli di Udine verrà utilizzato per la prima volta su un intero campionato (dopo la ristrutturazione è entrato in funzione a pieno regime a gennaio 2016). Per il resto si continua a parlare: Bologna sembra la città più vicina alla realizzazione di un nuovo impianto, Roma prova a fare passi avanti, il Crotone ha rinnovato lo Scida, Genoa e Samp avranno la gestione di Marassi. Servirebbe un altro passo.
CARO BIGLIETTI. Strettamente legato al tema stadi è quello del caro biglietti. I prezzi sono spesso giudicati eccessivi e i primi a farne le spese (in tutti i sensi) ed a protestare in questo senso sono i tifosi del Napoli per i 40 euro delle curve nella partita casalinga contro il Milan. In attesa di conoscere i dati definitivi sulle campagne abbonamenti, tuttavia, già si sono registrati i non esaltanti risultati di Lazio e Milan: il tema della disaffezione in termini di diserzione degli stadi rimane quello più preoccupante in prospettiva.
CLAUSOLE RESCISSORIE. Mai era successo che un club pagasse due clausole rescissorie per strappare ai principali concorrenti i migliori giocatori. La Juventus lo ha fatto prendendo Pjanic alla Roma e Higuain al Napoli. Due colpi che potrebbero aver scavato un solco incolmabile nella lotta al titolo che già negli ultimi 5 anni è stata monopolizzata dai bianconeri. Sul piano squisitamente manageriale questo evento potrebbe portare ad alcuni cambiamenti formali nella contrattualistica (ovvero meno clausole per non rischiare di non avere voce in capitolo sulle cessioni).
PROPRIETA’ STRANIERE. Anche se non è ancora facile dare un conto esatto di quante siano ufficialmente le proprietà straniere (il Milan avrà il closing a novembre) si può cominciare a fare la conta dei presenti, in attesa di capire se anche il Palermo finirà in mani italo – statunitensi. L’Inter è ora controllata quasi al 100% da mani non italiane (all’inizio dello scorso anno solo il 70% di Thohir), il Bologna è del canadese Saputo, la Roma dello statunitense James Pallotta. In attesa di conoscere gli orientamenti imprenditoriali dei nuovi investitori pare chiaro che le operazioni estive, e quelle che seguiranno, potrebbero radicalmente cambiare le manovre politico economiche dei club e della stessa Lega Calcio.