Sarà anche stato in assoluto l’acquisto più costoso della storia del calcio, ma Paul Pogba, alla fine della fiera, è stato pagato proprio come un qualsiasi campione del recente passato. Anzi, forse meno. Gonzalo Higuain? Niente di più della valorizzazione di Cristiano Ronaldo all’epoca del passaggio dal Manchester United al Real Madrid. E così via: ad ogni finestra di calciomercato ci si affanna ad aggiornare le classifiche dei più spendaccioni, ma un’analisi di KPMG dimostra come l’incidenza dei nuovi acquisti sui bilanci dei club sia inchiodata intorno al 20% del loro fatturato operativo, escluse cioè le revenue da attività no-core delle società di calcio.
L’eccezione al rialzo è Robinho, arrivato al Manchester City dal Real Madrid nel 2008, in epoca pre-FFP: pagato 43 milioni, la sua incidenza sul fatturato del City (104 milioni all’epoca) fu del 41%. È lui, secondo questi parametri, il calciatore con più impatto degli ultimi dieci anni; un valore doppio rispetto a quello di Pogba e di Gareth Bale. David Villa, passato dal Valencia al Barcellona nel 2010 per 40 milioni, è invece il più economico nell’elenco dei trasferimenti che hanno spostato maggior denaro in ciascuno degli ultimi dieci anni di calciomercato: il suo acquisto pesò sul fatturato del Barca per appena il 10%.

“La cifra spesa per i trasferimenti dei calciatori attira l’attenzione dei media; ma l’analisi – spiega Andrea Sartori, Global Head of Sports di KPMG – dimostra come la spesa di Manchester United e Juventus sia in linea con i trend di mercato degli ultimi anni“. Del resto, sottolinea Sartori, il prezzo dei trasferimenti dei calciatori è destinato ad aumentare in futuro sia “come risultato della crescita generale dell’industria del calcio” sia in virtù delle abilità dei calciatori nel “far aumentare i ricavi commerciali dei club”.
Insomma, con l’aumento dei fatturati i giocatori si sposteranno a un prezzo superiore, ma i trasferimenti più cari continuano a pesare (e peseranno) sempre intorno al 20% dell’operating revenue di ogni club. Pogba, addirittura, potrebbe piazzarsi sotto questa asticella: l’analisi KPMG considera i conti dello United al 30 giugno 2015, ma il club dei Glazer è destinato a migliorarsi, in linea con quanto registrato nel primo semestre 2016 con il valore della produzione cresciuto del 31,5% rispetto all’anno precedente.
Discorso simile per Higuain, strappato dalla Juventus al Napoli per 90 milioni. L’argentino non rientra in classifica perché è solo il secondo trasferimento più caro dell’estate 2016: KPMG sostiene che, con i conti al 2015 in mano, il peso del giocatore sul fatturato bianconero sia del 28%, ma correggendo il dato con le previsioni dell’anno appena concluso (crescita ricavi +28,4 nel primo semestre) ecco che la sua incidenza cala al 23%. Come CR7 nel 2009 o Fernando Torres due anni più tardi; ovvero in linea con quanto hanno scelto di spendere i top-club europei negli ultimi dieci anni di calciomercato.