Riforma Champions League – L’Italia tornerà ad avere quattro squadre in Champions League a partire dalla stagione 2018/19. Lo scrive il quotidiano La Repubblica, secondo cui la riforma del massimo torneo continentale, che si chiamerà Super Champions, è pronta.
L’Italia, spiega ancora Repubblica, ha ottenuto un successo politico, figlio del lavoro di Juventus e Milan, che è ossigeno economico per la svalutata Serie A: da due squadre sicure (più l’eventuale terza dai play-off) dalla stagione 2018-2019 ne riavrà quattro, senza passare attraverso i rischiosi spareggi estivi, in cui tante terze classificate del campionato si sono incagliate.
Le presenze, dunque, raddoppiano: si torna al livello di Spagna, Inghilterra e Germania, che precedono l’Italia nel ranking Uefa. I giochi sembrano essere fatti. Si deciderà tutto a Montecarlo in quarantott’ore, tra domani e venerdì, giorno del sorteggio dei gironi di Champions ed Europa League.
Riforma Champions League, dopodomani l’annuncio
Il primo appuntamento è il consiglio dell’Eca, il consorzio delle big europee, in cui l’Italia è rappresentata da Andrea Agnelli (Juventus) e Umberto Gandini (Milan). Il progetto verrà poi discusso dal Club Competitions Committee dell’Uefa, di cui fa parte Agnelli. La ratifica spetterà al comitato esecutivo straordinario dell’Uefa: dopodomani l’annuncio ufficiale.
I quattro principali campionati monopolizzeranno comunque, con 16 squadre su 32 iscritte, il torneo dal quale più dipendono soldi, immagine e sponsorizzazioni.
Le barriere diventano dunque quasi invalicabili per chi, a livello di fatturato e lignaggio, non appartiene alla crema del calcio europeo. In base all’attuale ranking, nel triennio 2018-2021 ci sarebbero 2 squadre a testa per Portogallo, Francia e Russia (più l’eventuale terza ai play-off), una ciascuna per Ucraina, Belgio, Olanda, Turchia e Svizzera e i posti restanti da assegnare tra una cinquantina di candidate, che si scannerebbero in un preliminare da brivido.
Riforma Champions League, cambierà il sistema dei premi
Rimangono da definire proprio i criteri di partecipazione alla tonnara, l’assegnazione delle teste di serie, le modalità di accesso all’Europa League sorella minore della Champions e soprattutto il nodo economico della ripartizione dei ricavi delle 32 elette.
Dal 2018 la storia dovrebbe contare un po’ più di adesso. Oggi il 60% dei ricavi deriva dai premi per i risultati, il 40% dal market pool del singolo paese (mercato televisivo e sponsor). Nella nuova percentuale peserà meno il market pool: entreranno anche i parametri della storia del club e del suo bacino d’utenza, come in Italia per la distribuzione dei diritti tv. Per ora, se la presenza del Leicester di Ranieri dovesse restare un’eccezione come gli scudetti di Cagliari, Verona e Sampdoria, sarà solo perché non è più riuscito ad arrampicarsi in cima alla Premier. Poi, nel 2021, si vedrà se i ricchi si accontenteranno di un’altra riforma.
Un’altro indecente passo verso la fine del calcio come sport (ammesso che lo sia ancora e i risultati dei principali tornei non siano già da tempo decisi a priori tramite accordi fra federazioni, sponsor e altri stakeholders interessati): contano ancora di più soltanto i soldi. Cos’è: una manovra dei cinesi per far rientrare a forza il Milan e il Suning in CL ?!
I principali sport ai massimi livelli sono gestiti secondo logiche di spettacolo ormai da più di vent’anni.
Sport e spettacolo sono la stessa cosa.
E’ normale che chi ha in mano lo spettacolo (le televisioni) preferisca avere squadre con il numero maggiore di tifosi.
Sinceramente anche io preferisco vedere il calcio come intrattenimento, show, piuttosto che vedere tifosi scannarsi per questo o quell’altro.
NBA, Premier League, questi devono essere i punti d’arrivo per il calcio italiano.
meno controllo da parte delle tifoserie, più partecipazione del pubblico in generale.
NBA rimane sport, così come la premier league, ma di certo un campionato del genere in italia ce lo sogniamo, e ci metto di mezzo anche i giornali cartacei, che attaccano e attaccano. Meno attaccamento, più show (naturalmente non del tipo wwe). Sinceramente lo apprezzerei di più, anche se so che è una visione che può ricevere molte critiche