Essere la favorita per la vittoria della Serie A e poter lottare per la Champions League fa bene alla Juventus. Il valore per azione della società segna buone performance in Borsa e ieri, per la prima volta in un anno, il titolo bianconero ha toccato quota 0,30 euro per share in Piazza Affari, chiudendo oggi con un ulteriore rialzo del 2,12%, a 0,3088 euro. Un prezzo così non si vedeva dai tempi della finale di Berlino giocata e persa contro il Barcellona nel 2015. Da lì in poi è stato un sali e scendi, ma ieri i bianconeri hanno centrato l’ultimo target price fissato da Banca Imi: appunto, 0,30 ad azione (con il consiglio di aumentare il numero dei titoli in portafoglio). Le vittorie in campo spingono la squadra, ma il calciomercato entusiasma tifosi e investitori: vale per i bianconeri, per la Roma e per la Lazio; le tre società di A quotate in Piazza Affari.
Impatto del calciomercato su Piazza Affari
Dal primo luglio al 25 agosto, da quando è incominciato il calciomercato alla chiusura di oggi, le tre società hanno migliorato la loro performance sul mercato. La Lazio è passata da un prezzo di 0,4517 euro a 0,4710, +4%; la Roma ha migliorato da 0,40 a 0,456 euro, +14%; la Juventus dai 0,2556 euro ha toccato il record annuale di 0,3088 euro, +20,5%. Nello stesso periodo di tempo l’indice All-share di Milano, che racchiude tutte le società quotate in Italia, ha aumentato il suo valore di circa il 3,5%: il calcio ha fatto meglio.
Il giorno dopo aver ufficializzato l’acquisto di Gonzalo Higuain (27 luglio) i bianconeri hanno toccato quota 0,2915 euro; tra il 9 e il 10 agosto, diventato certo l’addio di Paul Pogba, il valore per share è sceso a 0,28 per poi raggiungere il record ieri, riaggiornato oggi.

La Roma, in astinenza da grandi colpi di mercato, ha visto aumentare il suo prezzo per azione soprattutto in relazione alla doppia sfida con il Porto: dopo l’andata ogni azione del club è arrivata a valere 0,4511 euro. Erano i giorni dell’arrivo di Bruno Peres a Trigoria (sbarcato il 16) e l’entusiasmo della piazza ha contagiato gli investitori. Dopo la brillante vittoria contro l’Udinese il titolo ha continuato a migliorarsi fino al giorno del ritorno dei playoff di UCL all’Olimpico, quando ha toccato il massimo annuale: 0,514 per share, il 40% in più rispetto al prezzo di febbraio. Con lo 0 a 3 è arrivato il meno 8%, a 0,46 euro: chi ha venduto prima del gol di Felipe ha fatto un vero affare.
La Lazio è quella che ha registrato le variazioni minori, ma è pur sempre migliorata del 4% in quasi due mesi di contrattazioni. Se l’acquisto di Ciro Immobile non ha infiammato gli animi degli investitori, con il titolo che ha viaggiato tra gli 0,46 e gli 0,45 euro a cavallo tra il 27 e il 28 luglio, l’arrivo di Wallace (pagato 8 milioni) ha spinto il club a 0,4633 euro. In realtà, per quanto riguarda la Lazio, il basso scambio di azioni rende facilmente variabile l’andamento del titolo: bastano poche vendite per far calare la percentuale delle azioni e pochi acquisti per farle schizzare al rialzo. Per rendere l’idea, a luglio la Roma ha avuto più del doppio dei contratti della Lazio; la Juventus ne ha registrati 6mila, la Lazio poco meno di 600 (dati Borsa Italiana).
Performance in Borsa delle italiane: anno e semestre
La Roma, dopo l’eliminazione dalla UCL, vale oggi 0,456 euro per azione; la Lazio 0,4710. La società di James Pallotta in un anno ha perso il 21% del suo valore; ma negli ultimi sei mesi ha registrato un rimbalzo del 13%. In 12 mesi la Lazio ha totalizzato il -27,83% ed è riuscita a limitare le perdite negli ultimi sei mesi grazie al +11,6%. La regina, sia sull’anno che sui sei mesi, è la Juventus: il suo valore è aumentato del 22% in 12 mesi e negli ultimi sei ha fatto ancora meglio, +23,9%. Il Ftse Italia All-share ha totalizzato -16,66% in un anno e +0,28 in sei mesi.