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La prima udienza Mediaset-Vivendi si terrà il 21 marzo 2017, a Milano. Sarà quella la sede nella quale la televisione di Cologno Monzese e la società francese guidata da Vincent Bollorè dovranno valutare gli effetti del dietrofront francese sull’acquisto di Premium. Le cause contro Vivendi sono due, una da parte di Mediaset e una dell’azionista Fininvest, ed entrambe sono state fissate per quella data davanti lo stesso giudice. Mediaset e Fininvest si sono rivolte alla giustizia civile per chiedere che Vivendi rispetti i termini dell’accordo dell’8 aprile scorso, con il perfezionamento del contratto era atteso per il 30 settembre. Secondo quanto riportano le agenzie di stampa, non è stata avanzata da parte della famiglia Berlusconi nessuna richiesta di una procedura di urgenza.

Mediaset aveva annunciato la causa a fine agosto  per ottenere un risarcimento danni e l’esecuzione dell’accordo raggiunto in primavera. L’intesa prevedeva uno scambio azionario del 3,5% tra Vivendi e Mediaset con il 100% della pay tv Premium che sarebbe dovuto passare sotto bandiera francese come conguaglio. Il 25 luglio Vivendi aveva proposto a Mediaset uno schema alternativo: se da un lato confermava lo scambio azionario del 3,5%, Bollorè proponeva di rilevare solo il 20% di Premium e di coprire la differenza con un prestito obbligazionario convertibile in azioni, in modo da detenere – aveva spiegato Mediaset – in tre anni circa il 15% del gruppo televisivo.

La proposta non è mai piaciuta al Biscione che, appunto, ha deciso di fare causa. Vivendi, invece, aveva motivato la scelta sostenendo come la tv fosse stata venduta come una Ferrari, ma rivelatasi una Fiat Punto. Adesso i due gruppi televisivi si ritroveranno a fine marzo in tribunale, a meno che non venga di fatto chiesta la procedura d’urgenza da Mediaset; a quel punto i tempi potrebbero accorciarsi.

Intanto, dopo che nei giorni scorsi è riemersa la suggestiva ipotesi di una fusione tra Mediaset e Sky, l’ad di Sky Italia, Andrea Zappia, ha spiegato come da parte della società fondata da Rupert Murdoch non ci sia interesse per la pay-tv del Milanese. “Su Premium non c’è interesse. C’è un accordo, hanno intimato agli altri di comprarla, noi siamo interessati a noi stessi”, ha sottolineato. Poi, parlando proprio del report di UBS che ha recentemente sottolineato gli aspetti positivi di una partnership tra i due competitor, Zappia ha ricordato come “da sempre le banche dicono questo, noi però oggi siamo qui per raccontare la nostra di storia, non quella di Ubs. Perché dovremmo commentare quello che sostengono le banche?”, ha concluso il manager.

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