fantacalcio malta gioco azzardo
(Insidefoto)

No alle squadre B della Premier League nei campionati minori d’Inghilterra, dalla Championship in poi. Lo stop è arrivato dalla English Football League che riunisce i 72 club in campo nei campionati professionistici d’Inghilterra al di sotto della bella e ricca Premier. Le società hanno ribadito che le squadre B non sono le benvenute nelle leghe inferiori, così come è esclusa la partecipazione agli stessi campionati di club che sono oggi al di fuori del sistema calcistico inglese, come ad esempio i Rangers e il Celtic di Glasgow.

Il dibattito si è aperto in Inghilterra quando la EFL ha incominciato a valutare la sua riforma dei campionati. Attualmente al di sotto della Premier le leghe sono tre da 24 squadre ognuna, ma l’idea del piano di riforma – il Whole Game Solution – è di alzare il numero dei campionati a 4 tornei da venti squadre ciascuno. A conti fatti per realizzare il progetto mancano otto squadre – 20 club per 4 tornei sono 80, oggi le iscritte sono 72 – ed era stata lanciata la suggestione di colmare la differenza con l’ingresso delle squadre B e di aprire potenzialmente a club delle altre nazioni del Regno Unito, come la Scozia.

In settimana però è arrivato lo stop dei 72 club: il ceo Shaun Harvey della EFL ha ha lasciato intendere che la scelta più sensata per arrivare alla soglia delle 80 squadra sia quella di allargare la platea dei club attingendo al mondo semiprofessionistico della National League. Il voto è previsto per il giugno 2017 e ogni eventuale rivoluzione partirà dalla stagione 2019-2020. Ma da oggi è chiaro che le squadre della Premier non potranno testare lì le loro squadre B.

Quello delle seconde squadre è un tema piuttosto caldo in Europa. Se ne parla anche in Italia e uno dei grandi sponsor è Giuseppe Marotta, ad della Juventus. Il dirigente bianconero alcuni mesi fa le aveva definite te “indispensabili” per far crescere i giovani promettenti in campionati più veri della comoda Primavera. Da parte delle leghe inferiori italiane, però, la reazione non è stata unanime: il presidente della LegaPro Gravina ha aperto alla possibilità di avere sei team B nel proprio campionato; alcune società storicamente di Pro, invece, hanno protestato. Per ora è nulla di fatto.

PrecedenteCaso Gable, non solo calcio: tutti gli effetti del crack sotto la lente
SuccessivoBilancio Lazio 2015-2016, il rosso supera i 12mln di euro, giù il fatturato