Per l’Uefa, il Financial Fair Play continua ad essere un successo. E lo dimostrano i dati, presentati nell’ultimo UEFA Club Licensing and Financial Fair Play Workshop svoltosi nei giorni scorsi a Malta. Un incontro con olre 160 esperti finanziari di tutto il mondo, in cui l’Uefa ha confermato gli ottimi risultati ottenuto attraverso il FPF.
Una dettagliata analisi relativa a oltre 700 società ha infatti dimostrato che le perdite complessive dei club sono scese per il quarto anno consecutivo, aggirandosi ora intorno ai -320 milioni di euro (partendo dai -1,7 miliardi del 2011).
La ricerca indica che nel 2015 le nazioni europee che hanno avuto degli utili tra i loro club sono saliti esponenzialmente dai 15 del 2014 ai 25 degli ultimi risultati. Oggi circa 46 massime serie sono complessivamente in pareggio o addirittura in attivo.
Tra le altre prove a dimostrazione del forte impatto del fair play finanziario c’è il calo delle posizioni debitorie scadute – passate dai 57 milioni di euro del 2011 agli appena 5 milioni rilevati il 30 giugno 2016 (un abbassamento di circa il 92%) – e la riduzione dei pagamenti contenziosi o ritardati ai giocatori (in calo rispettivamente del 72% e 37% tra il giugno 2014 e giugno 2016).
Il presidente del Comitato Licenze per Club UEFA e membro del Comitato Esecutivo UEFA, David Gill, ha accolto con favore la particolare attenzione che si porrà sulla crescita del calcio. “Non dobbiamo cullarci sugli allori, ma provare sempre a migliorare il sistema e crescere ulteriormente, specialmente in quelle aree come il calcio femminile e giovanile, nei quali ritengo fermamente che il sistema possa contribuire in maniera significativa alla loro crescita”.
Nel workshop si è aperto un dibattito volto a raccogliere consigli e il sostegno delle Federazioni affiliate alla UEFA su come migliorare le due aree di crescita nelle regole di licenze per club e fair play finanziario.
I delegati hanno concordato sul fatto che in relativamente poche stagioni il fair play finanziario sia riuscito a soddisfare tutti gli obiettivi prefissati nel 2010, la cui legittimità è stata più volte riconosciuta dal Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna.