Prosegue il braccio di ferro fra l’Assocalciatori e la Figc sul caso Intralot, il brand di scommesse nuovo “sponsor Premium” della Nazionale.
Accordo giudicato inopportuno dai calciatori: il gioco è vietato ai minori e, soprattutto, è proibito per regolamento agli stessi calciatori.
«Stiamo approfondendo la lettura del contratto», spiega Damiano Tommasi, presidente del sindacato.
«Abbiamo già inviato ieri all’Aic un documento con tutti i dettagli dell’accordo», replica la Figc.
Tommasi era con Tavecchio all’incontro con arbitri, allenatori, dirigenti e calciatori a San Siro, ieri: «Chiediamo di non utilizzare l’immagine dei giocatori – dice – i loro nomi, la maglia e il materiale della Nazionale per una sponsorizzazione di questo tipo, per ragioni di opportunità. Non so se la Figc vorrà mantenere il marchio legato ai simboli federali, questo non possiamo evitarlo. Ne ho parlato con Tavecchio al telefono. Rispetto al caso Pellè, c’è stata attenzione ai valori solo da una parte».
La Federcalcio, che all’ultimo momento ha escluso il brand di scommesse dai cartelloni elettronici allo Stadium nel corso di Italia-Spagna (ma lo ha lasciato sui backdrop delle interviste, non potendo d’altronde ristamparli), per ora ha scelto una linea cauta.
Per contratto, gli sponsor già non possono usare l’immagine di un singolo azzurro ma solo un gruppo di più atleti della Nazionale, e anche la presenza sul materiale tecnico è garantita solo ai “Top sponsor”, quelli di prima fascia, non ai “Premium”. Per il resto, sembra intenzionata a rispettare il contratto da quasi 2 milioni: «La visibilità di Intralot non sarà accostata ai giocatori né alle giovanili».