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Investimenti cinesi sempre piu’ presenti nel panorama globale e in Europa. Secondo gli ultimi dati del Ministero del Commercio di Pechino, nei primi nove mesi dell’anno gli investimenti all’estero di natura non finanziaria della Cina sono aumentati del 53,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e nei Paesi che si stendono lungo l’antica Via della Seta, al centro dell’iniziativa di sviluppo infrastrutturale “One Belt, One Road”, sono stati firmati quasi 4200 contratti (4191) tra imprese cinesi e straniere, per un valore stimato complessivamente in 74,56 miliardi di dollari.

Sono stati soprattutto gli investimenti nel calcio a contrassegnare il 2016 cinese, e non solo in Italia. Prima l’Inter e poi il Milan, a distanza di due mesi l’una dall’altra, sono passate in mani cinesi.

Il club nerazzurro e’ oggi di proprieta’ di Zhang Jindong, il presidente di Suning, gigante cinese degli elettrodomestici e dell’elettronica per la casa, e decimo uomo piu’ ricco della Cina secondo l’ultima classifica del magazine Hurun, mentre ad agosto scorso un gruppo di investitori guidato da Haixia Bank e da Li Yonghong ha rilevato il Milan dalle mani di Silvio Berlusconi.

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Gli investimenti cinesi nel calcio sono stati massicci anche all’estero, e soprattutto nel calciobritannico, con gli acquisti dell’Aston Villa, comprato per 88 milioni di dollari dal presidente del Recon Group, Tony Jiantong Xia, e l’acquisto di una quota del 13% nel Manchester City da parte del China Meida Capital di Li Ruigang, solo per citare gli investimenti piu’ cospicui.

L’ultimo investimento cinese all’estero in ordine di tempo riguarda proprio l’Italia. Cosco, il gigante delle spedizioni marittime cinese, ha confermato l’acquisto di una quota del 40% nel terminal di Vado Ligure da Apm Terminal, societa’ del gruppo danese Maersk, per 53 milioni di euro, con l’impegno di costruire nuovi terminal per i container nel porto ligure entro il 2018.

Cosco e’ stata protagonista a gennaio dell’acquisizione del porto del Pireo, in Grecia, di cui detiene oggi una quota di controllo. Il settore navale era stato gia’ protagonista di un altro importante accordo, sempre a luglio, quello tra Fincantieri e il colosso della cantieristica cinese China State Shipbuilding Corporation che svilupperanno navi da crociera destinate esclusivamente al mercato cinese e asiatico, dove il settore vive una forte stagione di boom.

Il settore delle tecnologie agricole e della chimica per l’agricoltura sono al centro del piu’ grosso affare di sempre per la Cina. ChemChina, il gigante della chimica di Pechino che controlla Pirelli, ha annunciato a febbraio scorso l’acquisto di Syngentha per 43 miliardi di dollari, un’operazione che, se verra’ approvata, diventera’ la piu’ grande acquisizione cinese all’estero.

Le voci dell’operazione sono state formalmente smentite a inizio settimana, ma anche nel caso diun accorpamento l’affare non sarebbe compromesso, secondo gli analisti, dato che Sinochem non ha asset in campo agricolo, a esclusione dei fertilizzanti.

La robotica e’ al centro di un’altra acquisizione cinese in Europa, quella del gruppo Kuka da parte di Midea, per 4,6 miliardi di euro.

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A giugno era passato nelle mani del fondo sino-europeo Agic Corporation l gruppo di robotica e meccatronica Gimatic, per una cifra stimata dal Financial Times tra i 100e i 150 milioni di euro.

La famedi innovazione avrebbe preso di mira anche un altro gruppo italiano, Comau, di proprieta’ di FiatChrysler. Secondo le ultime indiscrezioni, Shanghai Electric, che dal 2104 detiene una quota del 40% in Ansaldo Energia, la statale Sinomach e lo Shanghai Institute of Mechanical and Electrical Engineering sono tra i gruppi pronti a rilevare col gruppo di robotica.

Il 2016 ha visto, pero’, aumentare l’interesse cinese per la Germania. Secondo gli ultimi dati del Ministero del Commercio, nei primi sei mesi dell’anno, gli investimenti cinesi nel Paese hanno totalizzato quota 10,8 miliardi di dollari, quasi il doppio del volume totale degli investimenti nel decennio compreso tra il 2005 e il 2015 (a quota 5,9 miliardi di dollari).

La Germania e’ gia’ oggi il primo partner commerciale di Pechino, con scambi pari a 160 miliardi di dollari lo scorso anno, circa un terzo del volume totale degli scambi tra la Cina e il resto dell’Unione Europea, e allo stesso tempo uno dei piu’ importanti investitori nel gigante asiatico, con quaranta miliardi di dollari di investimenti nel 2015 e circa 8200 aziende presenti, contro le duemila aziende cinesi che operano in Germania.

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Un bresciano a Manchester. Tra giornalismo economico e football scouting