L’ultimo Milan-Juventus di Adriano Galliani dirigente coincide con un clima di riallineamento a vari livelli del nostro calcio.
Lo scrive oggi La Repubblica che ricorda il recente “freddo” in seguito al gol fantasma di Muntari nel 2012 a cui fece seguito nel 2014 la divisione sulla campagna per la presidenza della Figc.
E a voler ben vedere anche la polemica – non citata in questo caso da Repubblica – sul fuorigioco di Tevez per questioni di prospettiva, che venne messa in ridicolo da chiunque, ma che alla fine fu il pretesto attraverso il quale promuovere la regia unica delle partite di serie A in capo alla Lega Calcio (ovvero a Infront).
Ora le divisioni sembrano superate e sempre stando a quanto afferma il quotidiano del gruppo l’Espresso: “la Juventus non opporrebbe il suo veto a Galliani presidente di Lega, una delle possibili destinazioni del post-Milan e Fininvest”.
Probabilmente l’anticamera di un aperto sostegno elettorale.
I rapporti tra Andrea Agnelli e l’ad rossonero, in sella fino al 31 dicembre prima di cedere il passo a Marco Fassone, sono tornati buoni.
Al momento, Agnelli siede nel board Uefa, Evelina Christillin è nel board Fifa grazie al lavoro diplomatico di Tavecchio (una nuova vicinanza, quindi, anche con la FIGC), e la Nazionale di Ventura ha iniziato il percorso di qualificazione mondiale allo Stadium.
Nel frattempo Fininvest potrebbe essere presto libera sia dalla pay tv (Premium è sul mercato) che dal Milan e questo riduce i rischi di conflitto d’interesse.
E il neo-presidente di Infront Italia, Luigi De Siervo, immagina «maggiori esclusive» e un diverso modo di negoziare i diritti esteri.
Altri due temi cari alla Juve che invece era in polemica con la precedente gestione di Marco Bogarelli (a Sky aspettano segnali concreti di discontinuità).
Elementi che hanno facilitato il disgelo tra bianconeri e Galliani. L’ultima sfida con la Juventus del suo trentennio rossonero porta venti di pace.