Il contratto di Giancarlo Antognoni con la FIGC scade a fine anno. E da gennaio per l’ex bandiera viola arriverà un nuovo incarico, la vicepresidenza della Fiorentina che lo riporterà a lavorare per il club 14 anni dopo.
Insomma: anno nuovo, vita vecchia. La bandiera tornerà a fare la bandiera, anche se le bandiere non godono – in questo calcio – di grande salute.
Da un po’ di tempo – rivela oggi La Repubblica nell’edizione di Firenze – nel Cda della società si è iniziato finalmente a discutere del rapporto con Firenze, che non è proprio rose e fiori.
Con il discorso stadio in ballo e con un progetto che non prevede al momento chissà quali follie, questo sentimento contrastante sta diventando quasi surreale, se teniamo conto che poi gli abbonamenti tengono e quando aprono gli allenamenti ai tifosi la maratona si riempie di bandiere e di entusiasmo.
Già, non a caso per preparare la festa dei 90 anni è stato richiamato il dirigente più empatico passato da qui durante la gestione Della Valle. Cioè Gino Salica, manager e uomo di buonsenso dotato di cultura, sensibilità e privo dei tratti tipici dell’uomo di calcio assetato di soldi e potere.
Nel frattempo il Cda, su ordine di Adv, si è organizzato per studiare il caso. Il presidente è convinto: serve l’uomo giusto per dialogare con la città. Cognigni è uomo di conti e di freddezza, Corvino ama parlare coi tifosi e i giornalisti, ma non è uomo di rappresentanza.

Quindi, in occasione dei 90 anni, Andrea Della Valle e Salica hanno deciso di chiamare Antognoni.
Antognoni ha chiesto una cifra equa, un ruolo non solo di facciata (il famoso parafulmime) e la possibilità di stare anche vicino alla prima squadra. Tutto comprensibile.
Nel fine settimana Adv e Antognoni si incontreranno di nuovo. La pratica verrà messa nero su bianco entro l’anno, anche perchè il contratto di Antognoni con la Federazione scadrà il 31 dicembre e lui vorrebbe cominciare la nuova avventura dal primo di gennaio.
E il ruolo? Probabilmente quello di vice presidente onorario, una carica alla Zanetti, che comprende relazioni con i tifosi, di rappresentanza con le istituzioni, anche quelle del calcio in sede internazionale. Insomma, un uomo immagine che però vive a contatto anche con la squadra.