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Gonzalo Higuain (Insidefoto)

Un’annata da banchiere non vale una stagione da top-player di Serie A, trascorsa a buttar palloni nella porta avversaria a suon di cannonate. Per dirla senza troppi giri di parole, Gonzalo Higuain, il calciatore più pagato del campionato italiano 2016-2017, incassa al lordo delle tasse 13,5 milioni di euro in una stagione; Federico Ghizzoni, fino a luglio ceo di Unicredit, svetta tra i suoi colleghi con lo stipendio da 3,23 milioni di euro incassato nel 2015, ovviamente sempre al lordo delle tasse e al netto di azioni premio. L’andazzo è consolidato: in media, emerge da un’analisi di Calcio e Finanza, i ceo delle banche italiane più grandi guadagnano 4,5 volte in meno dei calciatori meglio pagati della A.

Il dato si evince andando a spulciare le relazioni sulla remunerazione delle banche italiane al top per attivo secondo Mediobanca e confrontando gli stipendi dei loro ad con gli ingaggi dei top player pubblicati a settembre della Gazzetta dello Sport. Per avere cifre omogenee, visto che le relazioni sui banker sono al lordo delle tasse, si può moltiplicare l’ingaggio dei calciatori (riportato dalla rosea al netto) per un coefficiente di 1.8 che rappresenta il carico fiscale. Dietro Higuain, in testa, si piazzano De Rossi (11,7), Icardi (9,9), Dzeko (8,1) e Pjanic (8,1); chiudono Khedira e Buffon (entrambi 7,2) seguiti dai BonucciChiellini e Carlos Bacca che incassano 6,3 milioni a stagione.

I banchieri non reggono il confronto. Ghizzoni, come detto, è quello che ha avuto lo stipendio più alto nel 2015; e gli altri? Alberto Nagel è l’amministratore delegato di Mediobanca: dal primo luglio 2015 al 30 giugno 2016 ha incassato 2.753.304 euro; terzo sul podio è Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo, che ha guadagnato l’anno scorso 2,33 milioni di euro.

Federico Ghizzoni ex ad di Unicredit (Insidefoto)
Federico Ghizzoni ex ad di Unicredit (Insidefoto)

Tutti gli altri sono sotto i due milioni. Pierfrancesco Saviotti, ad di Banco Popolare, si è avvicinato: 1,929 milioni di euro guadagnati nel 2015. Alle sue spalle c’è Fabio Gallia che aveva incominciato l’anno da ad di BNL e l’ha finito alla guida di Cassa depositi e presiti. Dalla banca italiana di BNP Paribas, dove è restato fino a luglio 2015, Gallia ha avuto 1,9mln di euro; dalla CDP 257 mila euro per il lavoro svolto da luglio a dicembre.

Un altro manager che da poco ha lasciato la sua banca è Fabrizio Viola, ex ad di MPS, che lo scorso anno ha guadagnato 1,8 milioni di euro di stipendio ed è andato via un paio di mesi fa in cambio di una buonuscita da 3 milioni. A Victor Massiah di UBI Banca è stato invece garantito uno stipendio da 1,5 milioni di euro; alle sue spalle si piazza Giovanni Gorno Tempini che quando Gallia era in BNL guidava CDP: nel 2015 ha incassato 1,33 milioni, che comprendono “l’indennità di cessazione dalla carica”. Chiudono la top10 delle banche due popolari, BPM e BPER. Nel 2015 Giuseppe Castagna, consigliere delegato e dg di BPM, ha toccato quota 1,032 milioni di euro; il suo collega Alessandro Vandelli si è fermato a 1 milione.

Certo, tutto questo vale nel singolo anno perché non sono prese in considerazione molte variabili, come la durata della carriera. Un top manager arriva alla guida di un’importante banca italiana dopo una lunga esperienza e potenzialmente può continuare a lavorare per decenni. Molto diverso il percorso di un calciatore che, come è noto, concentra in pochissimi anni i guadagni di una vita: intorno ai 35 anni deve inventarsi un nuovo lavoro che difficilmente sarà ugualmente remunerativo. Insomma, alla fine (forse) conviene studiare.

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Mi piacciono tanto le domande: giornalista, nato a Bari e adottato da Milano.