Paolo Di Canio scrive alla Comunità Ebraica una lettera per ribadire il suo non essere razzista, violento e antisemita e definisce le leggi razziali fasciste “un’infamia”: prova così a chiudere l’affaire che ha spinto Sky a sospendere la sua collaborazione a settembre. “Non ho e non voglio avere niente a che spartire con idee antisemite, razziste, discriminatorie, violente”, ha scritto Di Canio nella sua lettera pubblicata da moked, il portale dell’ebraismo italiano. La presidentessa della comunità ebraica Noemi Di Segni ha commentato le parole dell’ex calciatore di Lazio e Milan, tra le altre, dicendo che “i tempi che viviamo impongono grande attenzione alle parole che usiamo, ai gesti che compiamo e ai simboli che accompagnano la nostra vista privata ed in pubblico”.
Le parole (nette) scritte da Di Canio potrebbero aiutarlo a rientrare in onda su Sky. A settembre, come forse ricorderete, Di Canio è stato sospeso dal colosso televisivo di Rupert Murdoch dopo una fotografia postata su Facebook nella quale appariva il tatuaggio ‘Dux’ sul braccio dell’ex giocatore. Le proteste online avevano spinto l’emettente televisiva a congelare il rapporto di collaborazione, nonostante fosse piuttosto nutrito – a partire dal programma dedicato alla Premier League.
Cosa ha scritto Di Canio alla Comunità ebraica
A circa due mesi di distanza dalla sospensione arrivano le parole sul portale dell’ebraismo italiano, con Di Canio che si rivolge direttamente alla presidente Di Segni. “In questo periodo di tempo lontano dalla mia dimensione pubblica, ho avvertito profonda l’amarezza per essere ancora considerato negativamente per le espressioni e i miei gesti passati, sino ad essere rappresentato come non sono”, ha scritto l’ex campione.
“Non ho e non voglio avere niente a che spartire con idee antisemite, razziste, discriminatorie, violente. Ritengo, senza se e senza ma, che le leggi razziali volute da Mussolini – prosegue Di Canio nella sua lettera – siano state una terribile infamia per la storia del nostro Paese. Un’infamia che causò un’immane tragedia per migliaia di ebrei in Italia. Questa è la mia posizione convinta e determinata”.
Di Canio propone alla presidentessa della UCEI un incontro “magari potremmo anche individuare un luogo simbolico, nel quale trovarci assieme per rendere omaggio alla memoria di chi soffrì”. Con le sue parole, spiega lo stesso calciatore, l’intento è “ribadire questi miei convincimenti, scrivendo alla Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane perché ne sia portavoce verso tutte le Comunità così da chiudere una pagina recente di dolore e di amarezza, anche per me”.