Delle aste per i diritti televisivi del calcio che si terranno nel 2017 “se ne occuperà il nuovo proprietario di Premium”; intanto la pay-tv del Biscione pesa sui conti dei primi nove mesi del 2016 di Mediaset, anche se il meno 116,6 milioni non spaventa (più di tanto) i broker: la trimestrale, sottolineano, ha mostrato segnali di tenuta, soprattutto grazie alle buone performance della raccolta pubblicitaria che cresce del 4,1 yoy a ottobre e punta a stabilizzarsi tra il 2,7 e il 3,1 a fine anno. “Perdite ampie, ma inferiori alle attese a livello di ebit”, sintetizza Banca Akros commentando il rosso del risultato operativo (-64,6 milioni) nel trimestre.
Secondo gli analisti di Icbpi, invece, “la perdita operativa del terzo trimestre è inferiore alle nostre stime per effetto di costi più bassi circa 10 milioni“. Tuttavia le valutazioni lasciano poco spazio a eventuali sorrisi: “Dalla trimestrale – sostengono – emerge un quadro negativo sulle attività tv italiane che riflette il contributo della pay tv. Premium ha subito un duplice impatto dall’interim management legato alla cessione a Vivendi: rallentamento crescita ricavi e maggiori costi rispetto al budget”.
L’interrogativo per eccellenza di Mediaset resta, ovviamente, Premium dopo il mancato passaggio sotto le insegne francesi di Vivendi e le relative cause civili avviate. Il cfo di Mediaset Marco Giordani ha sottolineato, ieri in conference call, che per la pay-tv non c’è alcuna alternativa alla chiusura dell’accordo con Vincent Bollorè & co. E anche per questo non è stata indicata alcuna strategia in vista delle aste per i diritti tv di Champions League e Serie A che si terranno nel 2017: “Se ne occuperà il nuovo proprietario” di Premium, ha detto ieri il cfo del Biscione riferendosi alla gara per le immagini del triennio 2018-2021.
L’intento è sottolineare come Mediaset sia molto ferma sul rispetto degli accordi firmati l’8 aprile. “Chiaramente – sottolinea Mediobanca Securities – la pay-tv rimane il catalyst della storia di investimento”, anche se da parte degli analisti di Piazzatta Cuccia c’è la convinzione che “ci sia vita dopo Premium” per la tv del Biscione. Certo, “la vendita avrebbe cambiato il profilo di rischio del gruppo, ma riteniamo che Mediaset – evidenziano – resti il più importante gruppo media in Italia con una indiscussa leadership nello spazio commerciale del broadcasting e una posizione di leader sia nel web sia nella radio”. Insomma, sostanziale fiducia. Nel day-after, in Piazza Affari Mediaset ha aperto segnando il -9%, anche sull’onda delle elezioni americane con la (inaspettata) vittoria di Donald Trump; alle 15 il titolo segna -3,06%.