Antonio Campo Dall'Orto, dg Rai (Insidefoto)

La Rai abbatterà gli stipendi dei suoi più alti dirigenti e porterà in fretta il limite annuo a 240 mila euro lordi, vincolo introdotto lo scorso 26 ottobre dalla legge 198 approvata dal Parlamento. Gli stipendi light partiranno il 15 novembre e coinvolgono dirigenti e direttori della tv di Stato; le star sono escluse: primo della lista è il dg Alessandro Campo dall’Orto che dovrà rinunciare al suo stipendio da 650 mila euro all’anno. Per quanto riguarda il ‘mondo-Rai Sport’, in base ai dati pubblicati dalla Rai a fine luglio, saranno solo in due a dover dire addio a una porzione di compenso: Eugenio De PaoliPier Francesco Forleo.

Nel corso dell’estate, come forse ricorderete, la Rai ha pubblicato sul proprio sito l’elenco dei dirigenti-direttori che guadagnano nel corso dell’anno più di 200 mila euro. Del centinaio di nomi in elenco, legati a Rai Sport erano in cinque: Gabriele Romagnoli, attuale direttore di Rai Sport, Fabrizio Maffei, ex direttore e ora manager, De Paoli, altro ex direttore, Forleo, un manager, e Alessandro Zucca, vicedirettore di Rai Sport per le attività non giornalistiche.

Di questi cinque, quello che guadagna più di tutti è De Paoli, un giornalista. È “Corrispondente e Responsabile ufficio per i servizi giornalistici dal Brasile”, un lavoro ben pagato: il suo stipendio previsto per il 2016 è di 290.603 euro; nel 2015 ha guadagnato poco meno, 282.969,38 euro. Alle sue spalle si piazza Forleo che è Direttore Diritti Sportivi e cda di Rai Com: per lui viale Mazzini prevedeva un compenso da 242.000 euro nel 2016; dopo avergli garantito 245.607,06 euro l’anno scorso.

Gli altri tre sono salvi, forse: Maffei – incarico completo: “Direttore, alle dirette dipendenze del Direttore Risorse Umane e Organizzazione, con l’incarico di componente della commissione interna nell’ambito del progetto di mappatura del personale giornalistico” (sic!) – prende giusto-giusto 240 mila euro; Zucca, vicedirettore di Rai Sport per le attività non giornalistiche, 239.674 euro; Romagnoli 230 mila. L’attuale direttore di Rai Sport, però, è l’unico tra questi ad avere anche una componente variabile legata ai risultati: il 13% del totale, quasi 30 mila euro che farebbero sforare il celebre tetto. Tutti gli altri sono salvi, anche Mario Sconcerti che secondo l’Usigrai incassa circa 200 mila euro all’anno. Certo, a meno che in futuro non si decida di ritoccare la piramide e far scendere in proporzione anche le altre buste paga della tv pubblica.

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Mi piacciono tanto le domande: giornalista, nato a Bari e adottato da Milano.