La ex-Staveco di Bologna potrebbe diventare una delle aree compensative offerte dal comune emiliano alla società di calcio dell’italo-canadese Joey Saputo, in cambio dei lavori per lo stadio Dall’Ara. Lo riporta l’edizione locale di Repubblica. Il quotidiano diretto da Mario Calabresi spiega come funzionerà il meccanismo delle aree compensative: per sostenere i lavori per il nuovo Dall’Ara e mettere sul piatto 60-80 milioni, la società di calcio ha bisogno di poter contare su un investimento immobiliare parallelo che le possa permettere di rientrare di un terzo dell’investimento.
Ecco che il comune potrebbe decidere di ‘girare’ al club la ex-Staveco – area da 95mila metri quadrati – che era in procinto di passare all’Università di Bologna, anche se l’affare da ieri è considerato definitivamente saltato dalla stampa bolognese.
Intanto, il Football Club, sempre secondo quanto riporta Repubblica, starebbe puntando le attenzioni su Prati di Caprara, dietro al Maggiore, proprio dove incominciò nel 1909 l’avventura rossoblù, ricorda Rep. Al sindaco Merola, pare, questa soluzione piace e anche nell’incontro con l’ad bolognese Fenucci di lunedì il primo cittadino avrebbe spinto su questa strada.
Per partire bisognerebbe parlare con Invimit che nel 2015 ha stretto a sua volta un accordo con l’Agenzia del Demanio e il comune per la gestione dell’area. Cosa potrebbe farci il Bologna? Secondo quanto sostiene Repubblica si potrebbe realizzare lì un centro polifunzionale non esclusivamente residenziale. Va bene l’area compensativa, è la sintesi del ragionamento, ma il Bologna potrebbe non voler aspettare di vendere tutti gli appartamenti per monetizzare. Del resto, con quei fondi si finanzia il restyling del Dall’Ara.