Così com’è non si potrà andare avanti e lo status quo non è più tollerabile. Un report della banca d’investimento Berenberg va subito al punto: Mediaset deve schiodarsi dal limbo nel quale si è cacciata e scegliere il futuro di Premium. Le opzioni sul tavolo, secondo gli analisti, sono quattro: 1) definire un nuovo accordo con Vivendi, possibilmente rinegoziandone i termini; 2) trovare un accordo con Sky Italia, anche se questa opzione «non è attuabile fino a quando non terminerà formalmente la trattativa con Vivendi»; 3) chiudere la pay-tv nell’estate 2018; 4) ridimensionare il business una volta che scadranno i diritti tv sul calcio (Serie A e Champions League, costati in tutto 1,6 miliardi su base triennale) e concentrarsi su un’attività più piccola e redditizia
Al momento altre opzioni non sono prese in considerazione perché l’aspettativa dei broker è che Mediaset “non tolleri” più nel medio termine le perdite generate da Premium. Il peggiore degli scenari è la chiusura della pay tv con la variabile dei diritti tv del calcio che fa ballare il costo dell’operazione tra 450 e 840 milioni di euro (al lordo delle tasse).
L’obbligo è smuovere le acque e per farlo il colpo migliore Cologno Monzese lo farebbe, ovviamente, chiudendo l’affare con Vivendi, magari rinegoziando i termini. Ma visto come si è evoluta la storia, con relativi strascichi giudiziari in corso, è un’ipotesi considerata sostanzialmente “improbabile”.
Nonostante Mediaset sia convinta della validità del contratto siglato ad aprile, scrivono gli analisti di Berenberg, se dovesse saltare definitivamente il matrimonio con i francesi bisognerà rimettere mano all’idea di business perché non è ipotizzabile che il management di Mediaset possa lasciare che Premium continui a far concorrenza a Sky accumulando perdite esercizio dopo esercizio. Secondo i calcoli dei broker, la pay tv costerà a Mediaset 188 milioni di euro nel 2016, 101 milioni nel 2017 e 60 milioni nel 2018. Non si può andare avanti.
Allora, che fare? Il ‘piano B’, come ha detto il cfo Mario Giordani, non esiste e allora Mediaset potrebbe essere costretta a chiudere Premium e non lo farebbe mica gratis, sostiene Berenberg. Se dovesse succedere al termine di questa stagione calcistica 2016-2017, con i diritti della Champions League e della Serie A validi per un’altra stagione, le perdite sarebbero maggiori che se la chiusura dovesse arrivare non prima del 30 giugno 2018.
Numeri alla mano, con la Serie A che vale 277,5 milioni e la Champions League 165 miloni, in dodici mesi il risparmio non sarebbe banale: 602,2 milioni è il costo di chiusura stimato per il 2017 contro 320 da sostenere a metà 2018, al netto delle tasse.
Per evitare il triste epilogo, Mediaset può tornare sul mercato e cercare, ancora una volta, una ricca moglie per Premium, come Vivendi o Sky; oppure può scegliere di ridimensionare parecchio la pay tv e riavvolgere il nastro ai tempi pre-Champions. Intanto, alla luce dell’analisi, i broker hanno abbassato il target price di Mediaset a 3 euro per share contro i 4,1 euro di aprile, anche se è confermato il rating buy.