Calano in maniera importante gli episodi di violenza ultras nei primi mesi della stagione calcistica 2016-2017. A presentare i dati è stato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, protagonista anche di una sorta di botta e risposta con il presidente del Coni, Giovanni Malagò.
Un botta e risposta svoltosi oggi al Viminale, dove è stata inaugurata la Sala riunioni dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, intitolata alla memoria del prefetto Antonio Manganelli. Presenti anche il capo della polizia, Franco Gabrielli ed il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio. “Da metà luglio a fine ottobre – ha detto Alfano – sono state monitorate 793 partite di calcio e gli incontri con feriti sono calati del 24% rispetto alla scorsa stagione, il numero di feriti tra i civili è diminuito del 41,7% e tra le forze dell’ordine del 59,4%, mentre i denunciati sono cresciuti del 25,7%”. Questi numeri, ha sottolineato, “sono feriti e morti in meno, non è fredda algebra, ma è meno sangue e più pubblico negli stadi”. “L’obiettivo – ha proseguito il ministro – è restituire il pallone alle famiglie piuttosto che lasciarlo in mano ai violenti. Naturalmente – ha aggiunto – non ci accontentiamo e lavoriamo per migliorare questi dati che sono frutto di un gioco di squadra col mondo dello sport. Do infatti atto al presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio che loro si sono caricati di oneri e impegni che vanno oltre i vincoli normativi, in un lavoro che tende ad allontanare i violenti arrivando all”igienizzazione’ degli stadi”.
Dati per cui Malagò si è rallegrato, ma nello stesso tempo si è interrogato su come si è raggiunto il risultato. “Sotto il profilo della lettura dei numeri – ha osservato il presidente del Coni – non c’è alcuna ombra di dubbio che siamo sulla buona strada, perché gli incidenti sono diminuiti così come il numero dei feriti di civili e forze dell’ordine. Però – ha fatto notare – è anche chiaro che tutto questo è stato finora un prezzo che si è pagato per ciò che riguarda gli spettatori. Ed il giorno in cui potremo dire di aver vinto – ha rilevato – sarà quello in cui, accanto ai numeri in diminuzione dei problemi all’interno e fuori gli stadi, ci sarà anche un numero in crescita da parte di chi va allo stadio, sopratutto nelle famiglie”