Il monday night, se fatto bene, aiuta la Serie A: Roma-Milan in tv è da record, con i suoi 2.511.249 spettatori, divisi non equamente tra Sky (1,5 mln) e Premium (0,9mln), la partita è la più vista tra quelle trasmesse il lunedì alle 21 in questa stagione. Lo share complessivo del 9,37%, reso noto oggi dalla Lega, fa della sfida dell’Olimpico una partita da primato, con il match che registra prestazioni nettamente migliori delle due sfide della stagione scorsa, entrambe giocate di sabato alle 20.45: la partita del 9 gennaio all’Olimpico fu vista da 1.990.572 spettatori (7,66% di share), quella del 14 maggio al San Siro fu seguita da 613.932 persone (2,63).
La potenza di un incontro tra big al lunedì sera emerge chiaramente confrontando i dati 2016-2017: non solo nessuna altra partita trasmessa nella stessa finestra ha fatto meglio, ma non c’è nemmeno un match che si sia avvicinato ai numeri di Roma-Milan. Quest’anno in totale il lunedì sono state programmate sette partite in sedici giornate e l’ascolto medio dice 3%, senza pietà. La stella, prima del gol di Radja Nainggolan, era stata Inter-Fiorentina, 14esima di A: 1,6mln di telespettatori per il 6,04% di share.
Nelle altre occasioni solo numeri miseri che non hanno mai permesso di superare la soglia media di ascolti: Empoli-Crotone, debutto del lunedì sera nel ’16-’17, ha registrato lo 0,94% di share grazie a 222mila spettatori davanti alla tv. Quel match, in esclusiva su Sky, è stato il monday night meno visto dal 2015 in poi e il primato è ancora intatto, anche se Cagliari-Palermo – 11esima di A – ha provato a battere il record negativo: 245mila spettatori, 1,02 di share.
Con il rinnovo dei diritti televisivi da rinegoziare, gli slot non-convenzionali sono un’arma tra le mani della Lega. La Serie A dovrà tenere conto dei dati di ascolto nelle diverse finestre di trasmissione e sarà costretta a proporre sempre di più match di primo piano in fasce orarie poco sfruttate fino ad oggi. Come è emerso dopo il derby d’Italia del settembre scorso, del resto, anche le partite trasmesse la domenica alle 18 riescono ad ottenere ascolti decisamente positivi se ben programmate. E visto che la A ha bisogno di audience per restare competitiva è costretta a pensarci: puntare con decisione su orari senza grande tradizione da un lato farà male ai nostalgici, dall’altro permetterà a un pubblico sempre maggiore di apprezzare il meglio del calcio italiano.