Anche Telecom entra nel mondo dei contenuti. Lo ha spiegato Il Sole 24 Ore nell’edizione di domenica delineando le operazioni attraverso le quali TIMvision sarà scorporata in una società, con lo scopo di «assicurare al gruppo la disponibilità di contenuti esclusivi per la banda ultralarga che permetteranno uno sviluppo accelerato dell’utilizzo della fibra allargando l’offerta di prodotti e servizi in Iptv».

Lo ha deciso venerdì il cda, approvando all’unanimità la proposta dell’ad Flavio Cattaneo. Nessuna anticipazione, naturalmente, su un eventuale interesse ai principali pacchetti di diritti tv che nel 2017 andranno in gara, ma per il valore del prodotto la possibilità che si punti forte sul mercato calcistico ovviamente non è remota.

Se ne saprà di più col nuovo piano strategico al 2019 che sarà presentato a febbraio. TIMvision, precisa una nota della società, «avrà come missione quella di presentare al mercato un’offerta video arricchita di nuovi contenuti premium prodotti e co­prodotti a livello nazionale e internazionale».

È un business dove le dimensioni pesano. TIMvision, che oggi ha 8mila titoli di film e 800mila clienti, può contare su un bacino potenziale di 30 milioni di clienti nel mobile e 10 milioni nel fisso che Telecom ha in Italia.

Il solo Ebitda dell’incumbent (oltre 8 miliardi stimati quest’anno) equivale largo circa alla somma dei fatturati di Rai, Mediaset e Sky messe insieme.

Telecom ha già iniziato a muoversi su questa strada con la sponsorship unica del Festival di San Remo per l’anno prossimo che avrà come ricaduta anche contenuti correlati in esclusiva.

Entrare nel mondo delle pro­duzioni da soli o in compagnia per Telecom significa rafforzare la propria strategia quadruple play, servizi di telefonia mobile e fissa, Internet e contenuti, per i quali sono già stati contrattualizzati rapporti commerciali con i principali gruppi televisivi.

Ovviamente ci sarà bisogno di dotare il gruppo di competenze, che oggi sono limitate al team multimediale di Telecom. L’iniziativa per ora riguarda l’Italia, ma il gruppo sta gettando le basi per qualcosa di analogo anche in Brasile, dove sta sviluppando a Rio e San Paolo la rete in Ftth, con la ricerca di partner finanziari e industriali peri contenuti.

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