Yonghong Li esce allo scoperto. Il presidente di Sino-Europe Sports, la holding cinese impegnata nell’acquisto del Milan, ha raccontato all’ANSA i retroscena dell’operazione, dai ritardi nel closing fino al mercato del prossimo gennaio.
«Mi dispiace per i tifosi che avrebbero legittimamente fretta che la cessione si concludesse – ha esordito Yonghong Li nell’intervista all’ANSA – ma in fondo è giusto così, questa finale è stata conquistata dall’attuale gestione ed è corretto che siano loro a viverla e, speriamo, a vincerla. Da parte nostra, abbiamo deciso di dare il nostro contributo aderendo alla proposta del Milan di elargire un premio in caso di vittoria, che sarebbe un ulteriore stimolo per SES per tenere alta l’asticella. La nostra ambizione è infatti continuare la storia di successi del Milan. E ci auguriamo che Silvio Berlusconi, da Presidente Onorario, possa in futuro alzare altri trofei».
Al centro del discorso non possono che esserci i ritardi nella conclusione del contratto tra Ses e Milan. Ritardi che dipendono dalle «nuove misure di controllo del rischio degli investimenti verso l’estero annunciate dall’autorità regolatoria», ha spiegato Li. «Il team di SES sta lavorando al percorso autorizzativo previsto dalle nuove regole, ma in generale tutte le richieste di autorizzazione pendenti, non solo la nostra, sono soggette alle stesse misure. Il paragone con le altre operazioni simili? Si tratta di operazioni che sono state chiuse prima dell’annuncio delle nuove misure di controllo».
Closing Milan, il piano B di SES
Se le autorizzazioni non arrivassero, «SES ha individuato una struttura alternativa di investimento, che risolverebbe il nodo rappresentato dalle nuove misure introdotte». Un vero e proprio piano B: la speranza è «che le autorizzazioni saranno concesse in tempo» per il 3 marzo, quindi «preferiremmo non entrare in dettagli riguardo al Piano B, che, in ogni caso, è pienamente rispettoso del quadro normativo in vigore».
Non si tratta, quindi, di problemi nel reperimento dei fondi, ma solo nelle autorizzazioni: «Per la verità SES – prosegue – ha raccolto una quantità di capitali superiore rispetto all’importo dell’investimento; la disponibilità di tali fondi è soggetta al completamento della procedura prevista dal regolatore». Il versamento della seconda caparra («versata direttamente da una società interamente controllata da SES»), però, non sarebbe il primo passo verso una possibile cessione a rate: «Tale possibilità non è né contemplata nell’accordo con Fininvest, né attualmente prevista dalle parti». E non si tratta nemmeno di capitali che in realtà appartengono a Silvio Berlusconi: «Si tratta di una notizia completamente infondata. L’operazione sul Milan è effettuata con capitali di investitori cinesi (fosse altrimenti, peraltro, non avremmo tutti i problemi di autorizzazioni che ci stanno rallentando) ed è totalmente conforme alle leggi locali e internazionali».
A proposito degli investitori, però, Yonghong Li non si sbilancia: «Purtroppo, non potremo dare ulteriori informazioni su questo tema fino al closing e ciò anche in considerazione che tale disclosure anticipata potrebbe complicare il già delicato processo per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie al completamento dell’operazione stessa – ha spiegato il presidente di Sino-Europe -. Inoltre, SES ha assunto obblighi di confidenzialità nei confronti di molti degli investitori e l’impegno di alcuni di essi è subordinato all’ottenimento delle autorizzazioni governative. Per tutti questi motivi, siamo tenuti a comunicare la compagine definitiva non prima del closing. Ad ogni modo, in conformità a quanto previsto dagli accordi, abbiamo fornito a Fininvest in via riservata l’elenco degli investitori e la aggiorniamo costantemente sull’evoluzione della procedura di approvazione».
Closing Milan, copertura perdite e mercato
Gli accordi, inoltre, prevedono anche che «le perdite registrate dal Milan a partire dallo scorso mese di luglio facciano carico a SES. Questo è uno dei principali motivi che giustificano gli obblighi di condivisione delle decisioni che implicano delle spese da parte del Milan». La gestione futura, invece, sarà affidata ad un Cda «composto da rappresentanti degli investitori e da membri indipendenti, con l’unico scopo di supportare una gestione ottimale del Milan, al fine di ottenere i migliori risultati sia per gli investitori, sia per la squadra».
Intanto però a gennaio il mercato di gennaio «dovrà essere effettuato a saldo zero. Questa è stata la volontà congiunta di Fininvest e SES. Adriano Galliani gestirà il mercato rispettando i parametri dell’accordo e, dunque, ogni operazione dovrà essere approvata da SES». Il motivo è che «ogni operazione eseguita durante il periodo intercorrente tra la firma del contratto preliminare e il closing condizionerà a tutti gli effetti i futuri proprietari del Milan, sia in termini di costi futuri, sia in termini di strategia. È prassi comune – conclude Yonghong Li – che in ogni acquisizione gli accordi contrattuali garantiscano al compratore una forma di controllo su tutte le operazioni effettuate dal venditore tra la firma del contratto e il closing».