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Gianni Infantino, presidente della FIFA (Insidefoto)

Da quando aveva in camera i poster dei suoi idoli, Beccalossi e Altobelli, ad oggi, Gianni Infantino di strada ne ha fatta. In una lunga intervista al quotidiano spagnolo Marca il presidente della FIFA ricorda con simpatia la sua fede nerazzurra – “Tutto il mondo sa che tifo per l’Inter” – ma si fa serio e parla di calcio non-giocato. Sulla sua scrivania molti dossier e parecchie idee per dare una rinfrescata al mondo del pallone.

Se l’affaire Superlega viene liquidato con pochissime parole – “Come dicevo quando ero all’Uefa, questa Suprlega esiste già ed è la Champions League” – quando si toccano i Leaks che stanno sconvolgendo il calcio i discorsi diventano più complessi: “Tutto ciò che non dà una buona immagine del calcio è da combattere”, dice Infantino.

Ovviamente, la FIFA non può sostituirsi agli Stati e, come ammette il numero uno del calcio, “per determinate situazioni possiamo fare qualcosa, per altre no perché anche la FIFA ha certi limiti che non può oltrepassare”. Secondo Infantino, “bisogna stabilire sistemi che garantiscano la trasparenza di certi trasferimenti di soldi: per esempio – ricorda – la FIFA non permette i fondi di investimento, sono vietati perché non sono chiari e tutto ciò che non è chiaro e trasparente è una minaccia per l’integrità dello sport”, dice riferendosi alle TPO.

A proposito di soldi e affari, il discorso non può non cadere sulla Cina: “Non ci preoccupa per nulla, collaboriamo con i cinesi e insieme all’India consideriamo quei mercati molto interessanti per il football”, dice il numero uno del calcio.

Infantino, con il Mondiale a 48 squadre nessuna partita in più

In futuro proprio in Cina si ha l’obiettivo di organizzare una Coppa del Mondo. Probabilmente con 48 squadre, se il progetto del numero uno della FIFA dovesse realizzarsi. “La Coppa del Mondo è più di un torneo, è un evento sociale, nel calcio ci sono tanti paesi in crescita, penso all’ultimo Mondiale dove Inghilterra e Italia sono state eliminate dalla Costa Rica, una buona squadra, ma che non è né l’Argentina di Messi né il Brasile di Neymar. Nel calcio non si sono solo le selezioni europee e quelle sudamericane, bisogna allargare gli orizzonti, anche perché se una Nazionale partecipa al Mondiale dà grande impulso alla crescita del calcio in quel determinato paese” spiega Infantino.

Con il Mondiale a 48 squadre assicura il presidente della FIFA “non ci sarebbero partite in più, si giocherebbe in 32 giorni e la squadra campione del mondo alla fine avrà fatto 7 partite, come adesso. Ci sarebbero solo aspetti positivi, il calcio si aprirebbe a tutto il mondo, faremmo 16 gironi di tre squadre ed eliminazioni dirette. Questa formula sarebbe possibile a partire dal 2026″, assicura.

Nel futuro del calcio, oltre alle riforme, c’è anche il calcio femminile che acquisterà nei prossimi anni sempre maggiore attenzione. “A differenza di quello maschile ha nazionali dello stesso livello in tutto il mondo: Australia, Cina, Giappone, Corea, Stati Uniti, Germania, Spagna. Non bisogna commettere l’errore di copiare i maschi, c’è da inventare competizioni nuove con idee innovative. Ci sono 30 milioni di donne che giocano a calcio nel mondo, ma in 10 anni possono diventare il doppio”, promette Infantino.

 

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