La China Football Association, la Federcalcio cinese, punta a raggiungere i 780 milioni di yuan di fatturato il prossimo anno, poco più di 105 milioni di euro. Emerge dal budget per l’anno appena incominciato, pubblicato (insolitamente) dalla CFA. Secondo quanto riporta l’agenzia Xinhua sul proprio sito, le entrate previste per il 2017 sono 780 milioni di yuan, che garantirebbero alla Federcalcio made in China una crescita delle revenue del 2%, con una previsione di spesa di 670 milioni di yuan, cioè di poco più di 90 milioni di euro.
Di questi soldi incassati dalla Federazione, la quota maggiore andrà alle nazionali, di tutti i livelli: circa 186 milioni di yuan, 25 milioni di euro. In più, 17 milioni saranno riservati alla formazione dei giovani per assecondare la volontà del governo di Pechino guidato da Xi Jinping che sogna di coltivare la sua generazione di fenomeni.
Gli obiettivi che la CFA ha per la nazionale guidata da Marcello Lippi sono piuttosto chiari: arrivare in semifinale della Coppa d’Asia del 2019, in programma negli Emirati Arabi Uniti. La Cina, attualmente al numero 81 nel mondo, ha raggiunto i quarti nella scorsa edizione nel 2015 in Australia e deve lottare un po’ per entrare nei primi quattro del Continente. Grazie agli investimenti nel mondo del pallone delle ultime stagioni, l’obbiettivo potrebbe essere raggiunto anche se il sogno resta quello di poter partecipare da protagonisti ad un’edizione della Coppa del Mondo.
Il livello sempre più alto dei campionati nazionali, sia di primo livello che di leghe inferiori, contribuirà alla crescita del sistema calcio grazie anche alle grosse cifre messe sul piatto per attirare i migliori giocatori stranieri. Ora bisogna però fare i conti con le limitazioni alle “spese irrazionali” imposte dalla stessa federazione, stufa di veder sbarcare in Cina calciatori super pagati e soffrire con la nazionale. Come dimostra le recente delusione nella neonata China Cup.