L’impero di David Beckham e signora continua a generare profitti alla coppia. Secondo quanto riporta la stampa britannica, negli ultimi due anni la Beckham Brand, società partecipata dai due e da Simon Fuller, manager vicino all’ex Spice Girl, ha staccato dividenti per circa 33 milioni di sterline (38 in euro) e, ovviamente, alla coppia sono andati i due terzi dell’intera torta: poco più di 25 milioni di euro, al cambio attuale. Come riporta il Mirror, infatti, i documenti della Companies House britannica mostrano come la società abbia incassato 23 milioni di sterline nel 2015, ma anche come i suoi soci si siano già spartiti 10,2 milioni di dividendi nel 2016 appena concluso.
La Beckham Brand Holdings, sottolinea Football Economy, ha registrato nel 2015 un profitto pre-tasse di 39.5 milioni di sterline, toccando i 47 milioni di revenue al 31 dicembre 2015. Dati in netto miglioramento rispetto a quelli del 2014, quando la società si era fermata ad un profitto poco al di sotto della soglia di 10 milioni di sterline, con revenue complessive a 51,5mln. I numeri del 2016 non sono ancora disponibili, ma stando al Mirror la società è stata in grado versare ai soci più di 10 milioni di pound in dividendi.
Non è questa la sola società nelle mani dei coniugi Beckham che, ovviamente, portano avanti in parallelo altri business e non per forza in coppia. Come ricorda sempre il tabloid Brits, a novembre da un’altra società lo storico 7 del Manchester United aveva incassato altri 20 milioni di sterline e altre risorse erano finite nelle sue casse grazie alla cessione dei diritti di immagine.
Ma quanto può valere l’immagine di un ex calciatore? Se si è David Beckham, come era emerso in primavera, anche tanto: secondo la London School of Marketing, i due insieme possono arrivare a valere 500 milioni di sterline. Al fianco di David, Victoria non sfigura anche se nel 2015 il suo marchio di moda ha avuto qualche problema e ha visto crollare i profitti da un risultato positivo di 1,4 milioni a una perdita di 4,3 milioni di pound (ma tutto per colpa delle tasse triplicate rispetto al 2014).