Il più grande spettacolo televisivo calcistico a livello di club non può che essere la Finale di UEFA Champions League. Il potenziale di quest’evento è immenso, tuttavia vi sono esempi di come uno show del genere possa accrescere ancor di più la sua portata: parliamo dello statunitense Super Bowl.
Il Super Bowl è la partita conclusiva del campionato NFL, senza dubbio tra gli eventi sportivi di maggior successo planetario. L’impatto sociale e culturale del Super Bowl è elevatissimo e, a sua volta, lo è l’indotto di questo spettacolo.
L’obiettivo per l’UEFA dev’essere elaborare un piano sul lungo periodo affinché la gara conclusiva della Champions League si avvicini il più possibile al format americano.
Parlando in termini pratici, a causa del grandissimo seguito che ha negli Stati Uniti, le pubblicità durante il Super Bowl sono le più costose del panorama televisivo USA; per di più gli spot stessi sono diventati un elemento di interesse dell’evento.
Si pensi alla pubblicità dell’Apple Macintosh del 1984 diretta da Ridley Scott, oppure la sfida tra Larry Bird e Michael Jordan per lo spot di McDonalds del 1993.
Il Super Bowl genera perlappunto la maggior parte delle sue entrate attraverso questi spot, il cui costo si estende fino a 5 milioni di dollari per uno spazio di 30”, incassando da introiti pubblicitari una cifra che va ben oltre i 360 milioni di dollari. Al contrario, la UEFA concede ad inizio stagione gli spazi pubblicitari in esclusiva agli sponsor ufficiali: precludendosi questo tipo di entrate, essa perde delle cifre notevoli.
Dal punto di vista culturale, la domenica del Super Bowl è divenuta uno dei giorni festivi da segnare sul calendario. Si pensi che essa rappresenta il secondo giorno di massimo consumo alimentare degli Stati Uniti, dopo il Giorno del Ringraziamento.
La differenza fondamentale, però, è insita nei momenti clou dell’evento: al contrario della Finale di Champions, la cui attrattiva si registra durante il match, il Super Bowl dura l’intera giornata, non solo dunque nei momenti di gioco, che, paradossalmente, rivestono un’importanza relativa.
Durante la grande festa statunitense, tra gli avvenimenti più seguiti ci sono le cerimonie di apertura antecedenti al match e il cosiddetto halftime show, cioè lo spettacolo che avviene a metà gara. Essi sono infatti caratterizzati dalle esibizioni dei migliori artisti del mondo, che portano in rassegna performance leggendarie.
Esempi significativi sono le grandi emozioni offerte dal “Re del Pop” Michael Jackson nel Super Bowl del 1993 o la commovente interpretazione degli U2 nel 2002 in memoria delle vittime dell’11 settembre, fino a passare al divertente spettacolo dello scorso anno che ha visto protagonisti Beyoncé, Bruno Mars e Chris Martin dei Coldplay.
Grazie a queste esibizioni, l’NFL ha la capacità di attirare trasversalmente varie tipologie di pubblico, non solo gli appassionati di sport. Ciò comporta un aumento esponenziale del potere contrattuale nei confronti di tv e sponsor, che tuttora non si verifica in Champions League, ma che, numeri alla mano, risulta ampiamente possibile e perciò pronosticabile.
analisi a cura di Sebastian Spada