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(Insidefoto.com)

L’accordo con Vivendi non è l’unica strada che ha davanti Mediaset. «Speriamo non ci sia solo questa, speriamo che ce ne siano anche altre» ha detto ieri il presidente Fedele Confalonieri, partecipando a una tavola rotonda moderata dal direttore de «Il Foglio», Claudio Cerasa, con il direttore generale della Rai, Antonio Campo dall’Orto, l’amministratore delegato di Discovery Italia, Marinella Soldi e il giornalista del« Corriere della Sera», Aldo Grasso.

L’altra strada che ha davanti Mediaset, come sottolinea oggi il Corriere della Sera, è quella delineata dal piano al 2020 presentato a Londra due settimane fa. Un piano stand-alone, aperto a collaborazioni e focalizzato sui contenuti, anche in chiave internazionale. È la road map tracciata da Pier Silvio Berlusconi, che deve tuttavia fare i conti con i piani del secondo azionista di Cologno, Vivendi.

«Non posso dire niente, vediamo» ha tagliato corto il numero uno del Biscione su un’ipotesi di accordo, ricordando però la smentita diffusa sabato dalla Fininvest sulla possibile creazione di una newco a cui Vivendi conferirebbe il proprio 23,8% di Telecom Italia e la holding del Biscione il 40% di Mediaset: «Una post-verità» l’ha bollata Confalonieri.

Il silenzio che da qualche settimana è calato sull’asse Cologno-Parigi, e l’allentamento della speculazione in Borsa, riflettono certamente una fase di stasi, ma il lavoro degli advisor sta proseguendo. In particolare sul lato francese. Vivendi ha chiamato lo studio legale Cleary Gottlieb a gestire la delicata partita che, prima di quelle industriali, ha ricadute regolatorie e legali tutt’altro che trascurabili.

L’Autorità deve valutare se l’attuale normativa consente a Vivendi di detenere al contempo il 23,8% di Telecom e il 29,9% di Mediaset. E serve tempo. Non è mai stato definito infatti il perimetro del settore delle «comunicazioni elettroniche», che rappresenta la base di partenza per l’analisi. Il verdetto sarà un sì o un no. Non è previsto altro: l’Agcom si è mossa per un’esposto di Mediaset e non in seguito alla notifica di un’operazione.

È possibile che, fintanto che l’AgCom non si sarà pronunciata, Vivendi non si muova. A Parigi stanno definendo la proposta con la quale tentare di riaprire la trattativa con Mediaset e il lavoro sarebbe a buon punto. Anche i sondaggi con Cologno sembrano meno pessimisti. Ma la parte più difficile è con Fininvest, poco propensa a scendere a patti con Bolloré, tanto più se lo schema immaginato da Parigi dovesse tradursi per la famiglia Berlusconi in una partecipazioni di minoranza, seppur importante, nel nuovo polo europeo della pay-tv.

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