I maggiori club europei hanno lanciato il proprio canale televisivo a fine anni ’90. Cosa possiamo dire, dopo quasi 20 anni di esperienza, sulla sostenibilità nel lungo periodo di questi investimenti?
In Italia, del resto, sono noti i casi negativi di Roma e Juventus che dopo la partenza hanno dovuto completamente rivedere i loro canali tematici che vennero realizzati nei primi anni 2000 sul modello di quelli che già esistevano all’estero.
Il Manchester United creò MUTV nel 1997. Il club lavorò in partnership con Sky Ventures Limited (proprietà Sky e ITV) per realizzare il progetto. Dal 2013 invece il club è proprietario unico della struttura.
Ma l’investimento è sostenibile?
A giudicare dall’ultimo bilancio 2015-2016 la risposta è negativa: la perdita netta è stata di 2,2 milioni di sterline (2,55 milioni di euro al cambio corrente). Questo a fronte di mezzo milione di euro di utile dell’anno precedente. Più preoccupante ancora è la perdita operativa: 2,6 milioni di sterline (3 milioni di euro) durante l’anno.
Il tutto a fronte di un fatturato di 11,4 milioni di euro dato da abbonamenti, pubblicità e vendite dei contenuti (non precisati nel documento). Le spese per il personale sono state di 4,4 milioni di euro più costi operativi da 9,9 milioni di euro.
Va ricordato che MUTV ha un canale inglese, uno per il mercato americano ed uno per quello spagnolo, ed è visibile in 56 paesi. A pesare sono state soprattutto le numerose assunzioni che hanno fatto crescere i dipendenti da 63 a 94 in un anno.
Ovviamente va detto che la perdita del canale tematico viene ampiamente assorbita dal bilancio del club che garantisce ampia copertura ad uno strumento che si configura più come leva strategica per l’immagine del club nel mondo che come ulteriore fonte di ricavi.