L’Ue ha varato un accordo che determina una svolta storica contenuti online e della loro portabilità. Un tema particolarmente caro ai molti abbonati ai servizi sportivi e calcistici a pagamento che ad oggi, quando viaggiano, non possono usufrire dei loro abbonamenti all’estero a causa dei blocchi territoriali imposti sui contenuti.
Ma la notizia – ripresa ieri dal sito specializzato digital-news.it – è che anche per i servizi a pagamento online arriva il passaporto europeo: dall’anno prossimo chi si sposterà temporaneamente da un Paese all’altro dell’Ue potrà vedere in streaming film, musica, partite di calcio e gare di Formula 1 come se fosse nel suo Paese di residenza.
Questo il risultato dell’accordo raggiunto tra Commissione, Parlamento e Consiglio Ue che dovrà ora essere approvato formalmente dalle istituzioni europee.
Attualmente i diritti sono soggetti a restrizioni sulla loro portabilità per accordi di licenza esclusiva.
“Le persone non vedono l’ora di poter fruire dei loro contenuti culturali in qualsiasi momento e le tecnologie digitali offrono nuove opportunità per farlo”, ha spiegato Tibor Navracsics, Commissario europeo responsabile per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport. “L’accordo di oggi apre nuove possibilità ai cittadini tutelando al tempo stesso gli autori e gli investimenti nella produzione di contenuti culturali o sportivi. Questa soluzione equilibrata è un segnale incoraggiante per gli sforzi profusi al fine di creare un mercato unico digitale che offra nuove opportunità agli autori e ai consumatori.”
Le regole su cui oggi è stato trovato l’accordo aboliranno queste restrizioni sia per i nuovi abbonati che per chi ha già sottoscritto servizi online.
Per evitare abusi e un utilizzo illecito della nuova possibilità offerta agli utenti del web, le nuove norme consentiranno ai providers di adottare misure «ragionevoli e proporzione» per effettuare adeguati controlli elettronici nel rispetto della privacy.
L’intesa raggiunta oggi – che si inquadra negli interventi che hanno portato alla progressiva abolizione del roaming – dovrà ora essere formalmente approvata dalla commissione affari giuridici dell’Europarlamento, dall’assemblea e dal Consiglio Ue.
Nel 2016, secondo i dati di Bruxelles, il 64% degli europei ha utilizzato internet giocare o scaricare immagini, film e musica. Ma anche per seguire eventi sportivi e serie tv.
Inoltre, ricorda la Commissione, un’indagine condotta nel 2015 aveva rilevato che un europeo su tre – uno su due considerando solo la fascia di età tra i 15 e i 39 anni – chiedeva la portabilità dei servizi online e la possibilità di accedervi quando si è in viaggio tra un Paese e l’altro dell’Unione.
Il regolamento su cui è stata raggiunta l’intesa dà nove mesi di tempo a providers e detentori dei diritti d’autore per prepararsi all’applicazione della nuova direttiva che la stessa Commissione prevede comunque entri in vigore all’inizio del 2018.