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(foto Insidefoto.com)

Spaccati sulle proposte di riforma alla governance prima ancora che sul nome da candidare alla guida della Lega, i club di Serie A all’unanimità, senza nemmeno andare al voto, hanno deciso di riaggiornarsi al 2 marzo. A nulla sono serviti gli incontri preparatori dei due schieramenti: le big da una parte, i 13 club medio-piccoli più Lotito dall’altra. Ne scrive oggi il Corriere della sera.

Nessuna intesa sull’elezione del presidente perché il tema caldo dell’assemblea (durata poco più di un’ora) è stato la modifica dello statuto.

Alla bozza approntata dalle sei grandi, Lotito ha controproposto la creazione di quattro diverse commissioni: bilancio e programmazione; riforme e affari legali; diritti tv, marketing, comunicazione e rapporti con i tifosi; settore giovanile e calcio femminile.

Le due fazioni proseguiranno i colloqui in attesa della prossima riunione dove all’ordine del giorno non ci sarà solo l’elezione del presidente ma pure la modifica dello statuto.

Troppa carne al fuoco considerando che il tempo a disposizione per raggiungere un’intesa è limitato e gli interessi, delle varie anime, divergenti (specie sull’art 19 relativo alla distribuzione dei proventi).

C’è il rischio che il 2 marzo (ovvero quattro giorni prima dell’elezione del presidente Figc) vengano designati solo i due consiglieri federali, sempre che non vengano prorogati gli attuali. Il Coni manda segnali di insofferenza: dopo l’insediamento di Tavecchio o Abodi, la federazione — previa diffida scritta — può percorrere l’ipotesi del commissariamento. Il finale peggiore.

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