Spunta una soluzione win-win nella contesa Vivendi-Mediaset che potrebbe portare alla pace auspicata dalla politica. A scriverne questa mattina è il quotidiano Il Messaggero.
Il gruppo francese potrebbe scendere dal 28,8 al 9,9% del Biscione piazzando il 18% circa ad alcuni fondi, Fininvest potrebbe acquistare dal gruppo francese fino al 9,9% di Tim, Premium verrebbe valorizzata a un prezzo più basso (circa 100 milioni) rispetto ai 750 milioni dell’accordo di aprile 2016 poi contestato da Vivendi e alla base della discesa del titolo Mediaset sulla quale ha acceso il faro la procura di Milano su istanza di Mediaset, con l’indagine per aggiotaggio contro Bollorè e l’ad Arnaud de Puyfontaine.
Ma la novità di questa ipotesi di lavoro sarebbe il corollario di governance: due posti del cda Mediaset verrebbero assegnati a Vivendi e due posti del consiglio Tim a Fininvest.
Va detto che il passaggio su Premium lascia freddi i francesi e in una costruzione fragile, un tassello in bilico potrebbe sgonfiare tutto l’impianto.
Il mosaico sembra ben visto da Silvio Berlusconi, per le implicazioni patrimoniali e perchè rappresenta un link di convergenza con il governo, al punto che Carlo Calenda sta studiando una norma anti-scalata.
Il pressing maggiore su Vivendi verso un armistizio, più delle inchieste penali e dell’udienza del 21 marzo per i danni chiesti da Mediaset (1,5 miliardi) e Fininvest (540 milioni) per inadempimento contrattuale su Premium, arriva dall’Agcom, investita da Cologno Monzese: entro marzo (potrebbe esserci una proroga di 60 giorni) dovrebbe emettere il verdetto se c’è stata violazione delle regole Tusmar (Testo unico servizi media audiovisivi e radiofonici) che impediscono ad un operatore di avere più del 40% di quota di mercato nelle tlc e più del 10% nei media.
L’istruttoria è tuttora in corso, una decisione non è stata presa, tutto concorre per una sanzione contro Vivendi affinchè scelga tra Tim e Mediaset: Parigi potrebbe optare di restare nella seconda, cedendo il 14% di Tim ad alcuni fondi. Sarebbe un piano B che farebbe scattare subito dopo l’opa su Mediaset.
La consapevolezza di questo rischio in casa Berlusconi farebbe guardare al piano A del condominio a Cologno Monzese e la partnership nelle tlc con gli stessi posti a tavoli nei due board a garantire una sorte di reciproca garanzia. Sempre i fondi potrebbero acquistare da Vivendi il 18% di Mediaset all’interno della soluzione win-win: l’ostacolo è il prezzo.
Tutti gli altri dettagli sono più componibili a cominciare dalla liquidità necessaria a Fininvest per acquistare il 10% di Tim (1,160 miliardi ai valori correnti). A Natale nel pieno della reazione emotiva conseguente alla scalata, almeno 3-4 grandi banche italiane erano pronte a dare credito a Fininvest o a partner vicini.