L’Italia rischia di perdere la Ryder Cup di golf se non dovesse arrivare entro metà marzo la garanzia governativa al torneo. A lanciare l’allarme è Gian Paolo Montali, il direttore di Ryder Cup 2022, parlando con i cronisti al CONI. Montali, per anni l’uomo simbolo del volley azzurro, si è detto “molto preoccupato” per la mancanza di un’indicazione governativa sulla garanzia fideiussioria da 97 milioni richiesta dall’Executive Committee della competizione, dopo lo stralcio dal dl Banche dell’emendamento che avrebbe salvato l’organizzazione del torneo. “Sono martellato ogni giorno dagli inglesi che premono per avere una risposta”, ha spiegato Montali che ha parlato di altri Paesi, “come Germania e Spagna”, che sarebbero pronti a soffiare il torneo all’Italia.
Per questo, ha sottolineato Montali, “se entro 15 giorni non forniremo le garanzie richieste perderemo l’organizzazione. Malagò e Chimenti insieme al ministro dello Sport, Luca Lotti, stanno continuando a lavorare ogni giorno per arrivare a una soluzione in tempi brevi”, ha assicurato. Ma bisogna correre perché, come spiegato nel dettaglio da KPMG nelle scorse settimane, l’impatto della competizione – sul podio tra le più importanti, dopo Olimpiadi e Coppa del Mondo di calcio – non è affatto banale: vale 513,4 milioni di euro.
A rincarare la dose ci ha pensato il presidente del CONI, Giovanni Malagò, che dopo aver visto volar via l’organizzazione delle Olimpiadi del 2024 a Roma, sogna di poter tagliare il nastro per un evento internazionale di così ampia portata. “C’è una grande urgenza per completare l’iter, siamo al 90% e manca soltanto l’elemento delle contro garanzie“, ha ricordato il numero uno dello sport italiano.
Secondo Malagò si tratta di “un atto più formale che sostanziale, il board della Ryder lo richiede: so per certo che c’è piena volontà da parte del governo per trovare una soluzione, ci stanno lavorando”. Per come la vede il presidente del CONI, del resto, Montali avrà avuto “le sue ragioni” per aver lanciato l’allarme, anche perché “parla dieci volte al giorno con gli interlocutori del comitato esecutivo della Ryder”. Tuttavia, ha precisato, quella dei 15 giorni a partire da ora non è una vera e propria scadenza, perché l’unica fissa era quella in scadenza il 28 febbraio scorso, per la quale l’Italia ha avuto una proroga: “Non ce n’è una nuova – ha assicurato Malagò – ma di fatto c’è una grande urgenza per completare l’iter”.