La Juventus viaggia alla grande in Borsa e alle 15.50 di oggi il titolo ha toccato il suo massimo da nove anni a Piazza Affari sfondando quota 0,46 euro ad azione. Per tutta la seduta il club ha navigato stabilmente in acque-record e la chiusura a 0,4504 euro ha fatto aumentare il valore del club del 7% rispetto a venerdì 10 marzo 2017. Con la prima seduta della settimana la Juventus festeggia un mese di passione a Piazza Affari: dal 13 febbraio a oggi il titolo dei bianconeri ha guadagnato il 44,13% del suo valore e l’andamento del mercato ha fatto schizzare la capitalizzazione complessiva del club ad oltre 423 milioni di euro in pochi giorni.
Insomma, chi oggi volesse rastrellare tutte le share della società guidata da Andrea Agnelli dovrebbe spendere oltre 100 milioni di euro in più rispetto al mese scorso. Ma questa cifra è destinata a non bastare perché la Juventus, oltre a essere ben comprata, è anche molto, molto richiesta, almeno rispetto agli scambi del titolo degli ultimi anni: solo oggi – 13 marzo 2017 – sono passate di mano 14 milioni di azioni del club e questo vuol dire che è stata venduta una quantità di titoli più di 7 volte superiore a quella scambiata in media negli ultimi tre mesi (1,9 milioni di azioni al giorno).
Quanto vale la Juventus in Borsa, i volumi
Facendo dei banali conti, con 14 milioni di titoli scambiati, oggi ci sono state compravendite per quasi 6 milioni di euro, cioè quanto è stato scambiato complessivamente ad aprile 2016, come emerge dal grafico di Borsa Italiana in pagina. Dal primo marzo a oggi, del resto, il totale degli scambi frantuma tutti i primati mensili registrati dalla Juventus nell’ultimo anno: 25 milioni di euro scambiati in 13 giorni contro, ad esempio, i 4 milioni passati di mano in tutte le sedute di gennaio 2017.

È chiaro che qualcosa sta succedendo e che ci sono gli occhi degli investitori istituzionali puntati sul club da alcune settimane. Quando sono incominciati i movimenti sul titolo della Juventus, un broker ha spiegato a Calcio e Finanza che difficilmente una mole di scambi superiore all’1% del capitale al giorno possa essere sostenuta da un ristretto gruppo di azionisti-tifosi, seppur spinti dalla passione e dai trionfi sportivi di Massimiliano Allegri. Secondo chi opera sui mercati, sono i fondi istituzionali a puntare sul club bianconero per almeno due motivi: è un ottimo brand a livello internazionale con una bassa capitalizzazione rispetto agli altri club europei venduti negli ultimi mesi.
Con l’Inter comprata da Suning in estate con una valutazione complessiva di 700 milioni di euro e il Milan in odor di closing da agosto 2016 per 520 milioni (più debiti), è chiaro che la Juventus rappresenta per gli investitori un grande affare super-scontato: oggi vale 423 milioni di euro e a metà febbraio pesava quasi 100 milioni in meno, nonostante 5 scudetti consecutivi e bilanci senza sbavature negli ultimi due esercizi.
Quanto vale la Juventus in Borsa, i fondi

A guadagnarci da tutta questa attenzione del mercato sul club sono ovviamente quelli che sono riusciti a vendere le azioni ad un prezzo migliore rispetto a quello pagato in passato per acquistarle. I grandi azionisti – ciò Exor per il 63,76% e il fondo Lindsell Train che ha raddoppiato la sua quota al 10% a luglio – vedono crescere il valore della loro partecipazione, ma non potranno monetizzare senza cedere quote del club ed è questa un’ipotesi per ora non contemplata. A poter far cassa, allora, saranno gli altri azionisti e tra loro possono esserci tutti gli altri fondi che detengono quote della Juventus inferiori al 3%: investitori ‘invisibili’ alla Consob con ampi margini di movimento sul mercato.
Alcuni loro nomi sono noti perché raccolti nel registro dei soci che hanno partecipato all’assemblea della Juventus, tenutasi a fine ottobre allo Stadium. Si va, come è noto, dal fondo pensione di Royal Bank of Scotland al Fedex Employees Pension Trust, il fondo pensione dei lavoratori della nota ditta di spedizioni, che si è seduto in assemblea il 25/10/2016 con l’1% del capitale bianconero in portafogli. Certo, nello stesso gruppetto di investitori istituzionali – al 13% del capitale in assemblea sul 26% del flottante – ci potrebbe essere chi, al contrario, ha rastrellato nelle ultime quattro settimane share del club sperando di poter generare una bella plusvalenza grazie ai gol (magari europei) di Gonzalo Higuain.