Roma Atalanta potrebbe giocarsi il giorno di Pasqua e scoppia la polemica. È stata infatti pubblicata ieri la lista degli anticipi e dei posticipi della Serie A dall’undicesima alla quattordicesima giornata di ritorno, con i giallorossi che, se dovessero passare il turno in Europa League, potrebbe essere costretti a disputare la gara casalinga contro in nerazzurri bergamaschi proprio in posticipo la sera di Pasqua, il 16 aprile.
Nel caso infatti domani sera la squadra di Spalletti dovesse riuscire nell’impresa di passare il turno, ribaltando la sconfitta per 4 a 2 rimediata sul campo del Lione, dovrà giocare l’andata dei quarti di finale di Europa League il 13 aprile e per questo non potrà anticipare al sabato come tutte altre squadre. Una eventualità che ha scatenato le proteste del mondo cattolico.
«L’ultima frontiera, quella del rispetto di una festività religiosa sentita dalla maggioranza degli italiani sta per cadere», ha commentato ieri Tg2000, il telegiornale di Tv2000, il network radio televisivo controllato dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Tg2000 sottolinea che ormai è un «calcio senza limiti. Non si ferma neanche a Pasqua. Non accadeva dal 26 marzo 1978, quasi 40 fa. Ebbene, domenica di Pasqua, 16 aprile, è in programma alle 20,45 Roma-Atalanta. Spostamento deciso, rispetto all’intera 13/a giornata, che si giocherà sabato, per consentire ai giallorossi di avere un giorno di riposo in più, dopo le eventuali fatiche del giovedì in Europa League. Ipotesi legata al passaggio del turno dopodomani contro il Lione, con i romanisti che devono recuperare il 2-4 dell’andata. Ma se così fosse si andrebbe verso il posticipo. A dispetto delle tradizioni legate alla Santa Pasqua, che coinvolgerebbe non solo i giocatori e le squadre, ma anche i loro familiari, tifosi e forze dell’ordine».
«Non si può fare altrimenti? – prosegue il Tg2000 – Per esempio, giocare il giorno di Pasquetta, come peraltro nelle disponibilità del club giallorosso? Il calcio business ha dimostrato in questi anni di non fermarsi di fronte a nulla, scandali, violenza, doping e razzismo».
In realtà, non è vero che sono 40 anni che non si gioca a Pasqua. Negli ultimi anni ci sono state due occasioni in cui la Serie A è scesa in campo la domenica di Pasqua: Reggina-Udinese nel 2008/09 e Perugia-Inter nel 2003/04. All’estero poi giocare a Pasqua non sembra essere visto come un tabù. Tanto per intendersi in Premier League domenica 16 si giocherà un big match come Manchester United – Chelsea.
«Amarezza», è, invece, il commento di monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della commissione Cei per la cultura e lo sport. «Non vogliamo esprimere nessuna protesta né fare battaglie ideologiche, ma si tratta davvero di una decisione che ci rincrescerebbe – afferma monsignor Raspanti all’Adnkronos – e lo dico da persona che ama il calcio. Tra l’altro, sarebbe tecnicamente possibile giocare il lunedì di Pasquetta e allora perché forzare i tempi e giocare proprio nella domenica di Pasqua? Inoltre, si rinviano tante partite che poi vengono recuperate a causa di maltempo o di eventi particolari: perché allora non farlo anche in questa occasione, anziché creare un precedente?».
Per l’esponente della Conferenza Episcopale italiana, «la verità è che non c’è più rispetto dei tempi. Nella nostra vita abbiamo in realtà pochissimi margini di scelta, uno di questi è la scelta di come impostare il tempo e invece si va avanti come un caterpillar piallando il senso del tempo: non c’è più nulla che abbia importanza, tutto può essere schiacciato per gli interessi televisivi o pubblicitari e dunque anche la Pasqua cristiana e il rispetto delle tradizioni religiose. Si è persa ogni sensibilità e la scusa della laicità è soltanto una foglia di fico».
Sulla vicenda è intervenuto anche Maurizio Beretta, presidente della Lega Serie A: «Guardiamo con grandissimo rispetto alle osservazioni della Chiesa. Il turno è stato programmato di sabato, non a Pasqua, ma non si può negare un diritto alla Roma. Nell’ipotesi, che tutti auspichiamo, in cui la Roma passi il turno di Europa League – ha aggiunto Beretta -, la Roma ha il diritto di chiedere il posticipo della sua partita, che può essere di domenica o lunedì. Se fosse di domenica è evidente che si potrebbe giocare di sera e non sarebbe in ogni caso una interruzione della giornata della Santa Pasqua».
Prima di porsi il problema, però, la Roma dovrà pensare al Lione. I giallorossi non potranno contare sull’effetto Olimpico, perché sugli spalti non sono previsti più di 30 mila spettatori. In soccorso del club è accorsa Sky che, forte di un accordo siglato da tempo (anche con altri club), ha voluto lanciare un’operazione di marketing consentendo ai suoi abbonati da oltre un anno di poter acquistare con il 50% di sconto fino a quattro tagliandi per la Tribuna Monte Mario o la Tribuna Tevere.