La Juventus non cercherà il patteggiamento con la procura federale per l’affaire-biglietti ceduti a presunti esponenti della malavita. Lo conferma l’avvocato della società bianconera in audizione in Antimafia: in estrema sintesi, il club ammette dei comportamenti leggeri nella gestione dei biglietti ma rifiuta l’accusa mossa dalla procura sportiva di aver agito consapevolmente, sfruttando la forza persuasiva tra i tifosi delal curva di Rocco Dominiello. “Noi – ha spiegato l’avvocato Luigi Chiappero – ammettiamo quanto ci viene contestato sulla gestione della vendita dei posti assegnati, ma quello che non ci consente oggi di andare dal procuratore federale per chiudere la partita (con il patteggiamento ndr), è che c’è un’affermazione non vera che dice di aver in qualche modo utilizzato, sapendolo, la figura di Dominello, della cui provenienza noi eravamo totalmente all’insaputa“.
Insomma, dopo il deferimento notificato sabato scorso dalla procura federale della Figc, tra gli altri, al numero uno bianconero Andrea Agnelli, la Juventus non si presenterà negli uffici della procura di giustizia sportiva federale per concordare una sanzione, ma punta dritto al ‘dibattimento’.
Del resto, l’avvocato del club in sede di Antimafia ha escluso “in modo assoluto che ci siano stati rapporti amicali tra Rocco Dominello e il presidente della Juventus: non ho trovato nulla di questo tipo nelle carte, il presidente lo ha escluso pubblicamente. C’è solo una dichiarazione di Dominello che parla di un incontro a cui il presidente sarebbe stato presente”, ha ricordato il legale.
“Rocco Dominello è stato intercettato per due anni e mezzo e non c’è una sola telefonata riferibile ad Agnelli. Questo è quello che più ci spiace del capo di incolpazione. Ammettiamo di aver sbagliato sotto il profilo del numero dei posti riservati e pagati ma non accettiamo che all’interno del capo di incolpazione c’è l’affermazione di aver utilizzato una persona che è quel Rocco Dominello di cui il Presidente non si è mai occupato. Questa persona è arrivata a noi insieme a un signore che si chiama Fabio Germani”.
In un altro passaggio dell’audizione Chiappero ha ribadito che “non ci sono telefonate dirette” tra Dominello e Agnelli “e in quelle indirette tra il presidente e D’Angelo si parla di Rocco come di un tifoso di un ultrà: Agnelli non conosceva Rocco ne’ sapeva chi fosse. Se per caso lo conosceva, lo conosceva come tifoso e referente di una curva”.
Rosy Bindi ironica, forse non ha letto alcune carte
“Forse alcune carte non le ha l’avvocato: quando si dice sicuro che il presidente non ha incontrato” Dominello. Così Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, ha risposto con una certa dose di ironia al legale della Juventus, Chiappero, nel corso della sua audizione. “Lei continua a dire che non ci sono stati rapporti, ma da alcune intercettazioni emerge il contrario”, ha rimarcato l’ex ministro.
Intanto, proprio nel corso dell’audizione ha confermato che presto sarà ascoltato anche il presidente della Juventus, Agnelli, e ha aggiunto che sarà solo uno dei tanti presidenti che entreranno nelle stanze di Montecitorio: “Il problema – ha sottolineato Bindi – – riguarda anche altre società e saranno chiamati qui altri presidenti di altre società con lo scopo di individuare insieme come uscire da una realtà innegabile”. “Aver acquisito la disponibilità” di Agnelli a venire in Antimafia “fa onore a lui e rende ancora più evidente l’obiettivo del nostro lavoro”.